Prescrizione: Sallusti contesta Davigo, non è sempre colpa degli avvocati
Sul tema della prescrizione è battaglia fra destra e sinistra, fra chi chiede che il cittadino abbia il diritto di difendersi fino all’ultimo grado di giudizio e chi invece pretende il taglio dei tempi dei processi, ma i magistrati sostengono che la durata dei processi non è colpa loro, ma solo delle furbizie degli avvocati che allungherebbero in modo strumentale il corso della giustizia, facendo comunque appello fino alla Cassazione, anche senza fondati motivi.
La tesi sarebbe stata sostenuta, come scrive il Direttore del Giornale Alessandro Sallusti, che contesta l’assunto, in particolare dal giudice di Mani Pulite Piercamillo Davigo che, in un’intervista rilasciata al Fatto Quotidiano, avrebbe affermato che bisogna estirpare il malcostume degli avvocati di fare ricorso a prescindere in Appello e in Cassazione solo per comperare tempo e alla fine sfangarla appunto con la prescrizione.
Davigo assolve sostanzialmente la magistratura, non è mai colpa dei magistrati la lentezza della giustizia, ma solo di altri, degli avvocati, della politica, della scarsezza dei mezzi a disposizione.
Questa sortita del giudice di Mani Pulite è contestata, come detto, da Sallusti che sul Giornale di oggi illustra un caso capitato a lui, quando fu ccusato di omesso controllo, quale direttore del quotidiano, su un articolo scritto da un collega. Sallusti dimostrò che in quel periodo non era lui il direttore del Giornale e fu assolto per non aver commesso il fatto. Ma il pm propose appello e in secondo grado Sallusti fu condannato a 850 euro di multa. Dopo nove mesi il giudice non ha ancora depositato le motivazioni della sentenza, per cui il direttore deve attendere questo adempimento per presentare, ovviamente, ricorso in Cassazione. In questo caso, è evidente, l’allungamento dei tempi non è dovuto alle furbizie degli avvocati, ma alle iniziative o alla scarsa tempestività della magistratura. E di casi come questo probabilmente ne potrebbero venir fuori altri.