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Riforma pensioni sul tavolo governo – sindacati. Le tante ipotesi possibili

Gove
Un momento dell’incontro tra governo e sindacati a palazzo Chigi
ANSA/ UFFICIO STAMPA PALAZZO CHIGI – FILIPPO ATTILI

Domani, nell’incontro Governo – sindacati, si discuteranno probabilmente tutte le proposte al centro del dibattito sulla riforma pensioni: Quota 100, Quota 102, Quota 99 e le altre ipotesi di flessibilità in uscita. Fra le ipotesi al centro del dibattito ce ne sono alcune che prevedono meccanismo più favorevoli, altre che tendono a irrigidirne i paletti. Vediamo dunque quali sono le principali:

Nuova proposta a 64 anni
Uno dei punti chiave della prossima riforma pensioni è la flessibilità in uscita non è certo l’unico: al centro del dibattito anche giovani, donne, previdenza integrativa, meccanismi di rivalutazione. Ma è probabilmente il nodo che va sciolto più velocemente, perché la quota 100 è in scadenza a fine 2021 e il rischio è che nel 2022 si verifichi il cosiddetto scalone, con un salto di cinque anni per andare in pensione.

Pensioni anticipate: verso Quota 102 dal 2021
Allo studio ci sono strumenti alternativi alla quota 100 (che consente di ritirarsi con 62 anni di età e 38 anni di contributi senza ricalcolo dell’assegno, mantenendo dunque eventuali quote retributive) ma meno costosi, da affiancarsi ad un riordino generale del sistema in ottica strutturale.

Alternative alla Quota 100
Proposta Tridico. Abbassare il tetto di età attualmente previsto per la pensione di vecchiaia (67 anni) ma calcolare l’assegno interamente con il metodo contributivo. Si tratta di un’opzione simile all’attuale Opzione Donna, destinata esclusivamente alle lavoratrici e che prevede un’età più bassa (59 o 60 anni), con almeno 35 anni di contributi. Il calcolo interamente contributivo può abbassare l’assegno previdenziale fino al 30%.
Proposta Brambilla. La cosiddetta Quota 102, che rappresenta anche una delle ipotesi allo studio dei tecnici dell’esecutivo. Prevede una nuova possibilità di pensione anticipata con 64 anni di età e 38 anni di contributi. In pratica, alza di due anni il requisito di età della Quota 100. Ma introduce anche una penalizzazione sul calcolo, che anche in questo caso sarebbe interamente contributivo.
Quota 100. Ci sono componenti della maggioranza favorevoli a rendere strutturale l’attuale meccanismo della Quota 100, consentendo quindi di andare in pensione con 62 anni di età e 38 di contributi, senza penalizzazioni sul calcolo.
Quota 99. E’ un’altra proposta che arriva dalla maggioranza di Governo, in particolare dal sottosegretario al Lavoro, Francesca Puglisi, che prevede anche un bonus per le lavoratrici mamme. Pensione a 64, anni, con 35 anni di contributi. Niente ricalcolo contributivo (quindi, niente penalizzazioni sulla parte retributiva), e bonus mamma, ovvero un anno di contributi in più per ogni figlio alle lavoratrici.

Proposta sindacati. Prevede 62 anni di età e 20 anni di contributi, senza penalizzazioni. In pratica, si tratterebbe di un abbassamento dell’età anagrafica attualmente prevista per la pensione di vecchiaia (che richiede 67 anni di età, e 20 anni di contributi). Anche qui, la proposta non prevede ricalcolo contributivo. Oppure, 41 anni di contributi, indipendentemente dall’età: questo è invece un abbassamento del requisiti attualmente previsto per la pensione anticipata, pari a 42 anni e 10 mesi di contributi (un anno in meno per le donne).

Proposta Nannicini. Un disegno di legge presentato dal senatore del Pd prevede la pensione a 64 anni di età e 20 anni di contributi, ma con il ricalcolo contributivo.

Il dibattito è iniziato, le parti hanno messo, più o meno le carte in tavola, che verranno esaminate e discusse lunedì prossimo, 27 gennaio, nel previsto un incontro Governo sindacati per far partire un tavolo negoziale. Che non sarà né breve, né facile, troppi i dissidi fra le parti.


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Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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