Mondiali, finale amaro per l’Italia. Nibali eroico ma non basta
FIRENZE. Il Mondiale di ciclismo è finito male. Proprio come è andata gran parte di questa settimana per l’Italia. L’attesissima corsa dei professionisti che ha richiamato davvero un grande pubblico sulle strade toscane l’ha vinta un portoghese non di primissimo piano. Vale a dire Rui Alberto Faria Da Costa, detto “Rui Costa”, che ha battuto allo sprint Purito Rodriguez. Terzo l’altro spagnolo, Valverde.
E al di là delle battute su un Rui Costa che torna a vincere a Firenze c’è poco da stare allegri per i colori azzurri che hanno chiuso il Mondiale in casa solo con il bronzo di Rossella Ratto nella gara Donne Elite di ieri. Peccato però, perché oggi Vincenzo Nibali una medaglia se la sarebbe davvero meritata.
Nel dopo-corsa lo Squalo vincitore quest’anno del Giro d’Italia ha imprecato contro la Dea Bendata ed effettivamente ha ragione. Già nelle prime battute della corsa ha dovuto cambiare la bicicletta: dopo una delle mille cadute della giornata causate dall’asfalto bagnato gli sono finite addosso altri atleti che scivolavano e il suo telaio non ha retto.
Non basta. A poco più di 30 chilometri dall’arrivo è finito rovinosamente a terra in una curva in discesa. «Non mi fermavo più e ho preso una bella paura» ha confidato Nibali nel dopo-corsa. Nonostante ciò, è riuscito a rientrare sul gruppo dei migliori con un’autentica azione da fuoriclasse.
Ma ha finito per pagare dazio. Perché sugli ultimi strappi su cui si è decisa la corsa (Fiesole e Via Saviati), non ha avuto la brillantezza necessaria per coprire l’ultimo scatto, quello di Rui Costa. Nibali si è confermato comunque l’italiano di gran lunga più in palla, provando a rispondere: alla fine ha perso la volata per il bronzo con il più vel0ce Valverde ma la sua maschera a giochi fatti tradiva comunque delusione.
E gli altri azzurri? In una gara tormentata dal maltempo che l’ha fatta da padrone per molte delle 7 ore e mezza di corsa l’unico altro italiano che si è messo in evidenza è stato Giovanni Visconti, che ha provato il numero a circa 40 km dall’arrivo, mentre una caduta in via Trieste ha provocato il ritiro di Luca Paolini con Scarponi e Pozzato che non si sono praticamente mai messi in luce finendo rispettivamente 17esimo e 18esimo.
In sede di commento, il Ct Bettini non se l’è sentita di condannare nessuno parlando di una squadra piena di leoni, rammaricandosi per la scivolata di Paolini ed elogiando Nibali nonostante la medaglia di legno. Per il quinto anno consecutivo, però, non riusciamo a salire sul podio più prestigioso e per una Nazionale dalle grandi tradizioni come la nostra, questo è un risultato che parla da solo.