Coronavirus: i fedeli possono pregare solo se la Chiesa è sulla strada per andare a fare la spesa
ROMA – Un parere del Ministero dell’Interno, al quale la Cei si era rivolta in proposito, ha affermato il principio che, salvo eventuale autonoma diversa decisione dell’autorità ecclesiastica, non è prevista la chiusura delle chiese. e che, quindi, non si può precludere l’accesso alla preghiera dei fedeli, purché evidentemente con modalità tali da assicurare adeguate forme di prevenzione da eventuali contagi: l’accesso, conformemente alla normativa vigente, deve essere consentito solo ad un numero limitato di fedeli, garantendo le distanze minime tra loro ed evitando qualsiasi forma di assembramento o raggruppamento di persone.
Al fine di limitare gli spostamenti dalla propria abitazione, è necessario che l’accesso alla chiesa avvenga solo in occasione di spostamenti determinati da “comprovate esigenze lavorative”, ovvero per “situazioni di necessità” e che la chiesa sia situata lungo il percorso, di modo che, in caso di controllo da parte delle Forze di polizia , possa esibirsi la prescritta autocertificazione o rendere dichiarazione in ordine alla sussistenza di tali specifici motivi. Dunque si può andare in Chiesa solo se questa è sul percorso per arrivare a fare la spesa al supermercato, ad esempio, se no, no.
Quanto alle celebrazioni liturgiche, le norme stesse – alla luce della esclusiva ratio di tutela della salute pubblica per cui sono emanate – sono da intendersi nel senso che le celebrazioni medesime non sono in sé vietate, ma possono continuare a svolgersi senza la partecipazione del popolo, proprio per evitare raggruppamenti che potrebbero diventare potenziali occasioni di contagio. Quindi niente popolo in Chiesa neppure oggi per la Pasqua.