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Mes: la Francia non lo utilizzerà, non ne ha bisogno, afferma il ministro Le Maire

PARIGI – Gli organismi europei, in particolare il tedesco direttore del Mes, Reigling, hanno più volte magnificato la convenienza dello strumento in questi momenti di difficoltà. Ma questa convenienza non risulta quasi per nessuno Stato membro, visto che, per ora, solo Cipro sembra intenzionato a utilizzarlo, mentre qualche perplessità resta perfino in Conte e Gualtieri, strenui sostenitori del Mes.

La Francia comunque non lo utilizzerà. «Per adesso non ne abbiamo bisogno – dice in un’intervista a Repubblica Bruno Le Maire- Non entro nel vostro dibattito ma ricordo che ci siamo battuti per alleviare al massimo le condizionalità del Mes. Non intendiamo utilizzare le linee di credito del Meccanismo europeo di stabilità – afferma – Questo strumento collettivo può servire in caso di difficoltà ad ottenere finanziamenti sui mercati finanziari. Non è la nostra situazione. Il rating della Francia è solido e riconosciuto dai mercati».

Il ministro dell’Economia francese parla poi della proposta della presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, sul Recovery Fund: «È una proposta storica. Stiamo parlando di 750 miliardi di euro, che si aggiungono ai 540 miliardi di euro di prestiti già sbloccati. Per la prima volta, l’Ue emetterà un debito comune per finanziare il suo bilancio. Abbiamo messo la solidarietà al centro della costruzione europea. Ognuno rimborserà non in base a quanto ricevuto, ma alla sua ricchezza. Infine, questa proposta è storica perché segna il ritorno della coppia franco-tedesca alla ribalta della scena europea». Quest’ultima frase sottolinea lo spirito con cui i francesi intendono la Ue.

Quanto all’atteggiamento della Germania, Le Maire «saluta il coraggio e il senso della storia dimostrati da Angela Merkel: accettare il principio di un debito comune europeo è un grande passo avanti. Tra venti, trenta o quarant’anni gli storici racconteranno che ha avuto l’audacia di cambiare idea e di accettare ciò che nessun altro governo tedesco aveva mai accettato». Infine il ministro francese rivolge un appello ai cosiddetti ‘frugali’, perché «rivedano il loro giudizio: stiamo attraversando la più grave crisi nella storia della costruzione europea. Il piano presentato da Ursula von der Leyen prevede già un mix di spese dirette e prestiti, che soddisfa le loro richieste».

La trappola per l’Italia e la Spagna è già confezionata.


Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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