Skip to main content
La Corte di Grosseto al processo sulla Concordia

Concordia, il cartografo: «Insistemmo con Schettino per l’abbandono della nave»

La Corte di Grosseto al processo sulla Concordia
La Corte di Grosseto al processo sulla Concordia

GROSSETO – «Chiedevo molto insistentemente al comandante Schettino di fare qualcosa, di dare l’emergenza generale, ma lui ci diceva di aspettare, non dava risposta». Lo ha detto il cartografo Simone Canessa continuando a testimoniare al processo sul naufragio della Costa Concordia. «Schettino -ha proseguito- dava l’impressione di tenere la situazione sotto controllo e per questo anche noi ufficiali all’inizio eravamo meno pressanti, poi però chiedemmo a gran voce, anche strillando, di procedere con il segnale di emergenza generale». Dopo molte insistenze Schettino si decise e disse agli ufficiali: «Abbandonare la nave. Era dietro la consolle di plancia -ha ricordato Canessa- passeggiava mentre stava al telefonino: ad un certo punto si fermò, ci guardò, ci fissò e disse: abbandonare la nave».

«C’è stato un momento in cui tutti gli ufficiali chiedevano al comandante con modi energici di dare il segnale di allarme generale. Lo fecero anche andando oltre il normale rispetto del comandante» ha sostenuto in aula Canessa descrivendo gli avvenimenti sulla plancia di comando. Secondo le informazioni in possesso degli ufficiali, la nave non aveva più sistema di propulsione, energia e l’acqua aveva invaso i comparti fino al ponte zero, ma nonostante questo, secondo il racconto di Canessa, Schettino tardava a dare l’ordine.

Canessa in aula precedentemente aveva ricordato come fu Schettino a cambiare la rotta e fare l’inchino al Giglio. «Amm’a fare l’inchino al Giglio. Andiamo a fare questo c…. di Giglio» disse l’ex comandante così come ha raccontato al processo il cartografo Simone Canessa, al quale il comandante ordinò di cambiare rotta prima della partenza della Concordia da Civitavecchia. «Avevo sentito dire che era per un saluto a qualche abitante dell’isola o che lavorava sulla nave». Anche nel 2005 ci fu un inchino analogo a 100 metri dalla costa, ordinato dall’allora comandante Palombo, e tutto andò ok.

«Schettino si cambiò di abito, l’avevo lasciato mentre indossava la divisa coi gradi poi, nelle fasi concitate dell’abbandono della plancia e quindi dell’evacuazione della nave non lo vidi più. Lo rividi più tardi e indossava un giaccone blu dono di compleanno. Evidentemente si era cambiato l’abito, non aveva più i gradi» ha testimoniato il cartografo.

Tra le persone presenti nella plancia della Costa Concordia al momento dell’urto contro gli scogli, e che non erano addette alla guardia, «c’erano anche delle hostess, delle ragazze» ha raccontato il cartografo Simone Canessa rispondendo agli avvocati delle parti civili che chiedevano se c’erano altre giovani donne oltre alla ballerina Domnica Cemortan. A quest’ultima l’ex comandante disse: «Domnica, ti salverai».


6cd0ad60cb57008fe9eb85be26630bbb

Massimiliano Mantiloni

Giornalista

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Firenze Post è una testata on line edita da C.A.T. - Confesercenti Toscana S.R.L.
Registro Operatori della Comunicazione n° 39741
FirenzepostAMP