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Covid-19, corsa in tutto il mondo a procurarsi il vaccino. L’Italia di Conte e l’Europa partiti in ritardo

EPA/DAVID MARIUZ

E’ partita la corsa in tutto il mondo ad assicurarsi i vaccini anti-Covid. Ad alimentare la competizione internazionale ha contribuito la seconda ondata di contagi, che sta investendo l’Europa, ed anche l’annuncio che la Russia sta già sperimentando il suo vaccino.

Gli Stati Uniti hanno già annunciato l’acquisizione di 100 milioni di dosi di vaccino, mentre in Brasile Bolsonaro ha chiesto alla Russia di poter utilizzare il vaccino Sputnik.

La normalmente dormiente Ue si è quindi svegliata e pare si sia assicurata la fornitura di un vaccino britannico. Proprio di un Paese che sta uscendo, anzi è già uscito dalla Ue. Una bella figura della ricerca comunitaria, sempre in ritardo.

La Commissione europea ha annunciato di aver raggiunto un accordo con la casa farmaceutica britannica Astrazeneca per l’acquisto di almeno 300 milioni di dosi di vaccino, più un’opzione per l’acquisto di altri 100 milioni di dosi. L’accordo segue quelli analoghi siglati con Sanofi-GSK e Johnson & Johnson.

Una trionfante ursula von der Leyen annuncia «L’accordo di oggi è la pietra angolare nell’attuazione della strategia sui vaccini della Commissione europea. Questa strategia ci consentirà di fornire futuri vaccini agli europei e ai nostri partner in altre parti del mondo». Le fa eco Stella Kyriakides, Commissaria per la Salute, ha aggiunto «dopo settimane di negoziati, abbiamo il primo accordo di acquisto anticipato dell’UE per un candidato vaccino. Continueremo a lavorare instancabilmente – ha assicurato – per portare più candidati in un ampio portafoglio di vaccini dell’UE».

Se l’UE ha stipulato più contratti possibili, il Regno Unito non è rimasto a guardare ed ha annunciato oggi un accordo con le compagnie americane Johnson & Johnson e Novavax, per l’acquisto di potenziali vaccini contro il Covid-19. Londra così ha portato a sei il numero totale di accordi siglato per assicurarsi il vaccino in misura rapida e sufficiente. Johnson & Johnson si è impegnata tramite la divisione Janssen Pharmaceutica, a fornire al Regno Unito 30 milioni di dosi del candidato vaccino, scopo di lucro e da usare in caso di emergenza pandemica. C’è anche una opzione per l’acquisto di altri 22 milioni di dosi.

E l’Italia di Giuseppi e di Speranza? E’ notizia recente che Il vaccino anti-Covid “made in Italy”, prodotto da un’azienda biotech laziale sta per entrare nella sua fase “conclusiva”.

In attesa dei risultati dei primi test, l’azienda ReiThera sta ultimando i preparativi per farsi trovare pronta alla produzione di massa del suo vaccino. Nell’impianto alle porte di Roma sono in fase di ultimazione i lavori per l’ampliamento dell’impianto di produzione, dove stanno per essere installati due nuovi bioreattori da 3 mila litri ognuno. Questo consentirà di incrementare notevolmente la capacità produttiva di ReiThera.

L’obiettivo è quello di essere in grado di produrre milioni di dosi nel giro di un lasso di tempo ridotto, così da incontrare la domanda dei Paesi interessati alla medicina. La priorità, comunque, verrà data al nostro Paese: se il vaccino dovesse funzionare, le prime fiale saranno destinate ai pazienti italiani.

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