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Caos apertura scuole: Governo e regioni in tilt, al Centro-Nord aperture il 14, al Sud si punta al 24 settembre. Azzolina fuori gioco

La ministra Lucia Azzolina, con regolare mascherina (Foto Ansa)

ROMA – Indegno caos per la riapertura delle scuole, un corto circuito provocato dalla disorganizzazione del governo, dall’inadeguatezza della ministra dell’istruzione, dalle decisioni dei governatori delle regioni e dalla quasi coincidenza dell’apertura dell’anno scolastico con le consultazioni elettorali.

Andiamo con ordine: il governo continua a garantire che il 14 settembre la scuola riaprirà, ma in un terzo dell’Italia le aule probailmnete rimarranno chiuse, visto che le regioni Sardegna, Calabria, Puglia, Basilicata, Abruzzo hanno già deciso che è preferibile posticipare l’apertura dell’anno scolastico al 24 settembre, seguite dalla Campania di Vincenzo De Luca.

Protesta vivamente il governatore della Liguria Giovanni Toti: «Noi avevamo suggerito di anticipare le elezioni al 6 settembre senza avere la necessità di chiudere poi le scuole. A questo punto non riaprire gli istituti sarebbe un fallimento totalmente imputabile al governo». Ed è dello stesso avviso il presidente lombardo Attilio Fontana, si riparte il 14, anche se si attende il vertice di lunedì sul trasporti. «Con le precauzioni del caso, possiamo riportare i nostri ragazzi a scuola e a fare sport in compagnia», ripete il governatore. Anche in Veneto tutto pronto in vista del 14 settembre, assicura Elena Donazzan, assessore all’Istruzione: «Siamo la prima regione ad avere un manuale operativo. Ma non dipende solo da noi: questo governo è a scopo e scoppio ritardato». Toni condivisi anche in Friuli Venezia Giulia. Alessia Rosolen, che guida l’Istruzione, non ha dubbi: «Noi abbiamo fissato la data di inizio il 16. Una volta che sono state aperte le fabbriche perché non possiamo aprire le scuole?». Si associa Elena Chiorino, assessore alla Scuola in Piemonte: «Io ritengo importante e fondamentale che si riparta il 14. Per noi la direzione è quella». Paola Salomoni, assessora in Emilia-Romagna, è assolutamente contraria al rinvio, ovvio, sostiene il suo governo: «Assolutamente no. Noi siamo convinti di riaprire il 14».

La Sicilia si distingue con una formula variabile, spiega l’assessore all’Istruzione Roberto Lagalla: «Abbiamo dato una finestra che va dal 14 al 18 settembre per non ingolfare il sistema scuola. E poi abbiamo inserito una clausola: gli istituti che sono sedi di seggi elettorali possono iniziare il 24 settembre». La Toscana di Rossi ovviamente si allinea a quanto stabilito dal Governo.


Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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