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Macron vuol rivedere accordo Schengen per contrastare il terrorismo islamico

Macron
EPA/ERIC GAILLARD / POOL MAXPPP OUT

Emmanuel Macron ha deciso di aprire un altro fronte in Europa con la sua proposta di rifondare Schengen. Il presidente francese ha detto di voler cambiare profondamente le regole del gioco della zona di libera circolazione senza controlli alle frontiere. Una riforma di Schengen è manifestamente necessaria, ha spiegato anche un portavoce di Ursula von der Leyen, che evidentemente condivide l’iniziativa.

In realtà, l’idea non è nuova. Il primo a chiedere di rinnovare Schengen era stato un altro presidente francese, Nicolas Sarkozy nel 2007. Lo stesso Macron, nell’aprile del 2019, aveva affermato che lo spazio Schengen “non funziona più” perché occorreva rifondare la nostra politica migratoria.

Macron preme per rifondare Schengen soprattutto per contrastare il terrorismo islamico, che ha colpito la Francia più volte negli ultimi anni, recentemente con gli attentati a Conflans-Sainte-Honorine, dove è stato decapitato da un terrorista islamico il professore Samuel Paty, a Nizza e, fuori dalla Francia, a Vienna. Anche se non lo dice, non ha per niente digerito il fatto che il terrorista islamico assassino di Nizza sia arrivato a Lampedusa, sia stato identificato a bari e poi, senza colpo ferire, sia arrivato indisturbato a Nizza.

A dicembre la Francia dunque porterà al consiglio d’Europa una proposta per rifondare profondamente il trattato di Schengen, anche con l’obiettivo di integrare le politiche di sicurezza dell’Unione. «Sappiamo farlo per la moneta – ha detto Macron – dobbiamo farlo perla sicurezza». La motivazione è nella natura stessa del terrorismo islamico. «Il rischio terrorista è dappertutto, le reti organizzative sono globali. I terroristi si organizzano oggi in maniera globale con reti Internet, reti sociali ma anche inviando agenti attraverso le frontiere. Questo impone all’Europa di intensificare la sua risposta».

Macron evita di confondere però terrorismo e immigrazione «Penso che sia falso dire che il problema del terrorismo sia riconducibile a quello dell’immigrazione; ma saremmo inefficienti nel dire che non c’è una parte del terrorismo che possa essere legato a una forma di immigrazione», ha aggiunto in un colloquio con i giornalisti sull’aereo presidenziale. Non si tratta quindi di chiudere le frontiere. Sarebbe impossibile, per un continente come l’Europa e un paese come la Francia: «Non siamo un’isola». L’idea è innanzitutto quella di migliorare i controlli sulla frontiera esterna dell’Europa e dell’area Schengen, con una polizia di frontiera comune. Al tempo stesso saranno rafforzati i controlli sulle frontiere interne, in coerenza con gli impegni internazionali.

Macron ha tutte le ragioni per muoversi, ma dovrà fare i conti con le perplessità e il lassismo soprattutto di Germania e Italia, di Merkel e di Conte, che sembra abbia rimproverato Lamorgese per le recenti proposte restrittive nei confronti dell’immigrazione dalla Tunisia. La Germania e la sua cancelliera hanno sinora condotto politiche migratorie tese a incentivare gli arrivi di immigrati qualificati e di rimandare al mittente quelli economici. L’Italia di Giuseppi continua nella politica delle braccia e dei porti aperti a tutti, con le deleterie conseguenze che abbiamo potuto constatare. Vedremo quale seguito avrà l’iniziativa di Macron, che certo in Italia riscuoterà il consenso della Lega e di Fdi, ma sicuramente non quello delle sinistre e di Papa Francesco.


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Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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