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Coronavirus: Natale 2020 incubo del governo. Cenoni si o no. Contrasto anche fra i ministri

ROMA – L’incubo del governo non sembra tanto il rallentamento della corsa del virus, quanto cosa scrivere nel prossimo Dpcm, ossia quello che dovrà regolare i comportamenti per Natale. «Dipenderà dai dati dell’epidemia. Vedremo dopo la scadenza dell’ultimo Dpcm, il 3 dicembre», spiega il ministro per gli affari regionali, Francesco Boccia, il quale promette rigore, perché la priorità è mettere in sicurezza sul piano sanitario il Paese, ma nel governo più d’uno spera di salvare almeno il cenone della vigilia, e quello di Capodanno, posticipando di qualche ora il coprifuoco che ora scatta alle 22. Ed è ovvio che su un allentamento delle misure, preceduto finalmente da acquisti e regali, contano molto tutte le categorie economiche, giustamente preoccupate da salvare il salvabile, almeno alla fine dello squinternato anno 2020.

Conte, per ora, si nasconde, non si pronuncia. Ma un eventuale allentamento si deciderà in base ai dati anche alla luce dei risultati alla scadenza del Dpcm, ovvero il 3 dicembre. «Di regole per vivere il Natale non c’è bisogno, gli italiani sono responsabili», taglia corto il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, ma tra i virologi c’è chi frena, temendo che il ‘liberi tutti’ torni a far crescere il virus. Come la scorsa estate. In molte città le luminarie accendono già le strade e dai negozi ancora aperti spunta qualche addobbo, ma è ancora difficile dire se tra 40 giorni ci si potrà trovare tutti attorno all’albero senza dover fare i conti con la pandemia.

«L’auspicio è di arrivarci con l’Rt più basso possibile, ma non possiamo poi pensare di fare eccezioni in quel periodo dando luogo ai festeggiamenti cui eravamo abituati – sostiene il presidente del Consiglio superiore di sanità Franco Locatelli – andranno tenute presenti tutte le misure per non vanificare gli sforzi che faremo fino al periodo natalizio». Se il direttore sanitario dello Spallanzani di Roma, Francesco Vaia, respinge quelle che definisce visioni catastrofiche, Giovanni Di Perri, virologo responsabile delle Malattie Infettive dell’Ospedale Amedeo di Savoia di Torino, è categorico: «Sconsiglio di incontrarsi, se no rischiamo di ricominciare da capo, come con i rientri dalle vacanze estive – sostiene -. C’è da augurarsi per la salute pubblica, per il bene di tutti, per far ripartire l’economia che vengano proibite feste e cenoni. Insomma in attesa delle regole per ora il buon senso detta un Natale con i tuoi, ma pochi e a casa».

Il Codacons prevede già consumi in calo a 8,55 miliardi di euro (-14,5%), con una perdita che potrebbe sfiorare 1,5 miliardi e toccare anche il settore alimentare, oltre a regali e addobbi per le feste. E’ il prezzo da pagare per uscire il prima possibile dalla pandemia, anche se si riuscisse ad avere qualche ora di serenità. “Togliere il coprifuoco a Natale? Non ne abbiamo ancora parlato – spiega il ministro delle Politiche Agricole, Teresa Bellanova -. Non è questione di essere favorevoli o contrari, si tratta di lavorare e impegnarsi tutti con responsabilità per arrivare alle feste con una condizione sanitaria migliore rispetto a quella di adesso».


Sandro Bennucci

Direttore del Firenze PostScrivi al Direttore

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