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Fregata Zeffiro

Marina militare: «La flotta italiana è vecchia, urge rinnovarla»

Fregata Zeffiro
La Fregata Zeffiro: 250 persone di equipaggio, 30 anni di vita

«La Marina militare ha bisogno di rinnovarsi. Il core business della flotta è costituito da navi che hanno superato i 30 anni. Se fosse paragonabile con una vita umana, basterebbe moltiplicare per tre. Parliamo dunque di nonni e non solo di genitori». Lo ha detto l’ammiraglio di squadra Filippo Maria Foffi, comandante in capo della Squadra navale, in occasione del rientro a Taranto della fregata Zeffiro, una signora del mare varata «solo» nel 1984. Ed è la più giovane delle navi della classe Maestrale attualmente in servizio.

Ammiraglio Filippo Maria Foffi
Ammiraglio Filippo Maria Foffi

«Abbiamo navi che dovrebbero andare in pensione – ha detto Foffi – navi che in altri paesi verrebbero trasformate in musei oppure vendute ad altre marine che non hanno la possibilità di acquistarne di nuove. Noi continuiamo a tenerle con grande dedizione ma anche con grandi sacrifici. Basti solo pensare che gli equipaggi di queste navi sono anche il doppio, numericamente, degli equipaggi delle navi nuove che hanno apparati più affidabili e più tecnologia. Tutto questo si trasforma in una vivibilità ed una sicurezza maggiore per chi vi opera».

«La Marina è un bene prezioso per l’Italia, come lo sono le altre forze armate, le forze di sicurezza, le forze di polizia. Assetti che in una nazione sono indispensabili, composti da professionisti senza i quali la nostra vita quotidiana diventerebbe più difficile e insicura».

«Sono certo – ha concluso il capo della Squadra navale – che ci sarà la sensibilità di capire che lo strumento navale è arrivato ad una vetustà che non è più sostenibile. È necessario impostare programmi importanti ed è necessario farlo in tutti i settori. È necessario investire in sicurezza e questo è un beneficio complessivo per tante aree del paese che ne hanno bisogno. Abbiamo una cantieristica che è capace ma che se non ha programmi entro due anni rischia la definitiva chiusura».

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