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Confronto maggioranza: Pd e Iv chiedono a Conte tempi brevi

ROMA – Il premier Giuseppe Conte non avrebbe ancora fornito una data. Ma un’indicazione è arrivata ieri sera in conferenza stampa. «Abbiamo l’urgenza -ha detto il premier- di completare subito il confronto. Nei prossimi giorni avremo dei contenuti sul tavolo, le proposte avanzate dalle forze di maggioranza. Torneremo a confrontarci tutti insieme su questi punti e definire le priorità. E tra queste c’è sicuramente anche il Recovery Plan». Una convocazione, però, non è ancora stata recapitata ai partiti.

Ma il Pd e anche Italia Viva hanno in mente un orizzonte temporale breve. I dem lo ripetono da giorni. La verifica non può bloccare tutto. C’è da decidere l’allocazione di oltre 200 miliardi e il timore è che la verifica tenga bloccato l’ok alla bozza del Recovery. Approvazione che per il Pd dovrebbe arrivare il prima possibile. I dem chiedono, prima del via libera definitivo al piano, ci sia una discussione in Parlamento e con le parti sociali e i tempi si stanno facendo stretti. Quanto a Italia Viva, nel breve incontro a palazzo Chigi con Conte, Matteo Renzi ha indicato un orizzonte che non va oltre i primi di gennaio per le risposte del presidente del Consiglio alle questioni poste da Iv. E senza di queste, per i renziani non c’è nulla da discutere. «Il Cdm sul Recovery? Prima servono le risposte sennò che ci andiamo a fare? Il Recovery può essere gestito solo da un governo nel pieno delle sue funzioni e al momento non sappiamo se c’è o non c’è questo governo…», dice all’Adnkronos un big renziano.

Oggi Nicola Zingaretti è tornato ad insistere sulla necessità di accelerare. «Per ricostruire fiducia bisogna approvare presto la bozza del Next Generation Eu, avviare il percorso parlamentare e coinvolgere il Paese nelle scelte strategiche sul futuro», ha scritto il segretario su Fb. Mentre Andrea Orlando in un’intervista tv ha sollecitato il premier Conte ad assumere un ruolo perché serve una guida politica, un metodo e un cronoprogramma. «Il problema non è Conte, ma è individuare un metodo. Per gestire 209 miliardi servono metodo e strutture. Noi abbiamo fatto proposte che andavano verso un rafforzamento del ruolo di Conte, perché riteniamo che serva una guida politica e servano strumenti per esercitarla fino in fondo».

Anche perché nella maggioranza c’è chi non fa mistero di puntare sulla caduta di Conte. E il rimpasto sarebbe ormai fuori tempo massimo. Anche oggi fonti Iv parlavano di irritazione e imbarazzo perle veline che li vedrebbero pronti alla retromarcia in cambio di qualche posto. Tuttavia, nella stessa area renziana, da settimane si ripete: Sta a Conte decidere se dare vita a un Conte ter o aprire la strada a un Draghi 1.

Intanto sia Iv e che Pd chiedono a Conte di lasciare la delega ai Servizi. “Credo sia necessario domandarsi se sia opportuno che resti tutto nelle mani del premier”, dice Orlando. E per la prima volta anche i 5 Stelle ne parlano. “Dopo due anni credo che ci si possa interrogare seriamente sul tema, visto che sulla testa del presidente Conte grava anche l’enorme sforzo legato alla pandemia e alle trattative sul Recovery plan”, dice Federica Dieni, parlamentare M5S al Copasir, a Il Foglio. Ma l’unità di intenti finisce qui. I dem infatti pensano a Roberta Pinotti o Marco Minniti per quel ruolo. Stoppa Dieni: Se Conte la cede, deve assegnarla al M5s, che da partito di maggioranza relativa non controlla né la Difesa né l’Interno.


Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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