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Fra i dem tornano di moda le correnti, ciascuno fa la sua, ma ora si chiamano Aree

Zingaretti
ANSA/RAFFAELE VERDERESE

Si moltiplicano le Aree all’interno dei Dem (una volta si chiamavano correnti), L’ultima nata è ‘Radicalità per costruire’, lanciata qualche giorno fa da Gianni Cuperlo per immaginare percorsi che, combattendo diseguaglianza e ingiustizia sociale, facciano da argine alle tentazioni populiste. Ma quella delle correnti interne al Partito democratico è una galassia che, a oltre 10 anni dalla nascita del Pd, continua a rimanere in costante fermento.

AREA CUPERLO – Tutti, però, preferiscono parlare di “aree interne”. “Radicalità per costruire’, per esempio, è stata presentata da Cuperlo come “un campo aperto” che, di fatto, si propone come punto di riferimento per l’area più a sinistra dell’universo dem. Al suo esordio sono stati diversi gli esponenti di primo piano del Pd che hanno portato un saluto, come il sottosegretario alla Giustizia Andrea Giorgis, il capo delegazione dem a Strasburgo Brando Benifei, Barbara Pollastrini e anche Goffredo Bettini.

AREA BETTINI – E proprio quello che tutti ormai definiscono l'”ideologo del Pd” ha lanciato di recente una ‘sua’ area interna. Dopo aver assaporato l’idea di sistemarsi, una volta lasciato l’Europarlamento, un po’ più ai margini scena politica, Bettini oggi è tornato con decisione al centro del campo dell’intero centrosinistra. Anche lui ha respinto la definizione di area (“è un gruppo di persone con cui ho più consonanza”), dando come coordinate della sua ultima iniziativa il solo riferimento culturale “socialista e cristiano”. In attesa di adesioni formali quella dell’ex europarlamentare dem rischia comunque di essere una delle aree più attrattive della galassia dem. Perché ad avere “consonanza” con Bettini sono diversi big democratici, ministri compresi. Tra i tanti Roberto Gualtieri, Gaetano Manfredi, Roberto Morassut; parlamentari come Claudio Mancini; compagni di viaggio nella stagione dem di Walter Veltroni e nei giorni del Campidoglio come Walter Verini, oggi tesoriere del partito; europarlamentari come MassimilianoSmeriglio e ex come Enrico Gasbarra, Vittoria Franco, Massimo Brutti. Ma al di là delle ‘new entry’, l’arcipelago delle correnti dem è già ben trafficato.

AREA DEM – Tra le più longeve aree interne c’è di certo AreaDem, quella che fa riferimento a Dario Franceschini e che tradizionalmente ha sempre giocato un ruolo chiave nella stabilizzazione degli equilibri interni al partito. Ne fanno parte diverse personalità dem come Piero Fassino, Marina Sereni, Roberta Pinotti, Luigi Zanda.

BASE RIFORMISTA – Ha un notevole peso in Parlamento Base riformista, una delle correnti nata all’indomani dell’addio al partito di Matteo Renzi. A fare da punto di riferimento sono Lorenzo Guerini e Luca Lotti e a farne parte sono esponenti di governo e parlamentari come Alessia Morani, Simona Malpezzi, Gian Piero Dal Moro, Piero De Luca, Patrizia Prestipino, Andrea Romano, Alessia Rotta. Vicino alle posizioni di ‘BR’, ma con un suo profilo indipendente e definito, si può anche porre il presidente dei senatori dem Andrea Marcucci.

ENERGIA DEMOCRATICA – In qualche modo legata alla scissione di Renzi dal Pd è anche Energia democratica, l’iniziativa politica avviata dalla vice ministra all’Istruzione Anna Ascani, che al Congresso aveva dato vita a Sempre avanti con parlamentari come Luciano Nobili e Roberto Giachetti poi fuoriusciti dal Pd per fondare con Renzi Italia viva.

AREA FIANCO A FIANCO – Sempre ai tempi dell’ultimo Congresso l’ex segretario Maurizio Martina era stato appoggiato dall’area Fianco a fianco, che poi si è strutturata tra i dem. A farne parte, tra gli altri, Matteo Mauri e Roberto Rampi. Al Congresso per Martina si era anche schierato l’attuale capogruppo alla Camera Graziano Delrio.

GIOVANI TURCHI – In posizione più ‘dialettica’ nei confronti delle scelte della maggioranza del partito si pongono invece i Giovani turchi, l’area che fa riferimento a Matteo Orfini. Ad animare la corrente sono per lo più giovani parlamentari come Fausto Raciti e Giuditta Pini e senatori come Francesco Verducci.

AREA DEMS – A presidiare l’area un po’ più a sinistra del partito c’è anche Dems, che fa capo al vice segretario del partito Andrea Orlando. Anche in questo caso molti i parlamentari che ne fanno parte, come Michele Bordo e Anna Rossomando, e esponenti di governo come Andrea Martella. Dems, però, dopo il Congresso ha sistemato i suoi confini molto a ridosso di quelli dell’area più vicina al segretario Nicola Zingaretti, che ha iniziato a distinguersi al tempo delle iniziative politiche di Piazza grande in vista del Congresso.

ZINGARETTI – Ovviamente resta Zingaretti segretario di tutto il partito (si fa per dire visto il frastagliamento sopra accennato), e può contare su una schiera di seguaci posti alla guida del partito, ma anche su poltrone di governo, come Paola De Micheli, Enzo Amendola, Peppe Provenzano, Stefano Vaccari, Nicola Oddati, Michele Meta, Marco Miccoli, Marco Furfaro, Marianna Madia, Valeria Fedeli, Monica Cirinnà.

Una divisione non male, e crediamo che non sarà facile per Zingaretti tenere unito il partito, che finora regge solo perché esiste il fenomenale collante delle poltrone di governo e di sottogoverno, che procurano a loro volte clientele e voti, ma se le cose dovessero andare diversamente il partito si troverebbe in seria difficoltà, tenuto conto che Renzi è sempre in movimento.


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Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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