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Antimafia, giudici fiorentini e Dia in prima linea

Il capo della Dia Arturo De Felice (terzo da sin) durante la conferenza stampa a Firenze
Il capo della Dia Arturo De Felice (terzo da sin) durante la conferenza stampa a Firenze

Un più stretto coordinamento tra Tribunale di Firenze e Direzione Investigativa Antimafia, con l’attivazione di un nuovo collegio di magistrati dedicato alle misure di prevenzione personali e patrimoniali, nei confronti di soggetti coinvolti in reati di stampo mafioso. Non solo limitazioni alla libertà personale (dal semplice avviso orale per arrivare alla sorveglianza speciale) ma soprattutto sequestro di beni patrimoniali, che taglino ossigeno alla criminalità organizzata.

È quanto emerso dall’incontro che il capo della Dia, Arturo De Felice in visita a Firenze a quattro mesi dal suo insediamento, ha avuto stamani con il presidente del Tribunale Enrico Ognibene. “E’ un progetto che avevamo da tempo e che abbiamo varato di concerto con i giudici della corte d’Assise. Nella Dia abbiamo trovato piena disponibilità e la controparte istituzionale appropriata” ha confermato lo stesso Ognibene raggiunto da FirenzePost. Sarà un collegio di giudici penali, non ancora una sezione, che periodicamente valuterà e coordinerà, con la stessa Dia, le misure più idonee da adottare.

De Felice, accompagnato dal capo del Centro operativo Dia di Firenze Stefano Buselli, si è incontrato a palazzo di giustizia anche con il Procuratore capo Giuseppe Quattrocchi, con il quale ha fatto il punto sui prossimi impegni sul piano investigativo. Tra gli argomenti c’è stata indubbiamente l’indagine ancora in corso sulle stragi del ’93 e ’94 (tra cui quella di via dei Georgofili a Firenze), per la quale è stato recentemente arrestato – dagli uomini della Dia toscana – un pescatore palermitano che avrebbe fornito il tritolo per gli attentati, recuperandolo da ordigni bellici in mare. Non è escluso che ci possano essere ulteriori sviluppi anche su questo fronte, anche se le bocche degli investigatori sono naturalmente cucite.

Il capo della Dia, nella conferenza stampa che ha tenuto svolta nel primo pomeriggio, si è limitato a dire che, nella panoramica delle varie attività del Centro operativo di Firenze “sono state individuate le priorità prossime, che consentano di ottenere risultati a breve e medio termine, forse anche prima dell’estate”.

Parlando quindi della nostra regione ha precisato che ”l’inserimento di camorra e ‘ndrangheta nel centro nord Italia è palese. La Toscana non può esserne esente, non esiste una terra franca, ma il livello è più basso rispetto ad altre regioni”. “Quello che è importante – ha aggiunto – è che la gente reagisca e non si lasci piegare da questo devastante fenomeno criminale. La cosa peggiore è l’assuefazione alla mafia, come purtroppo ho visto in diverse zone del sud”.


Sandro Addario

Giornalista

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