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Trattativa per il governo: tensione renziani-grillini. E Fico lascia il tavolo

Il tavolo per la trattativa di governo, a Montecitorio (Foto ANSA)

ROMA – Toni accesi al tavolo organizzato dal presidente della Camera, Roberto Fico. Fra Italia Viva e grillini toni accesi, a tratti perfino aspri. Due i nodi di fondo: Maria Elena Boschi ha chiesto un documento finale, ossia l’accordo scritto che i renziani vorrebbero prima di fare il nome del presidente del consiglilo. I grillini fanno quadrato intorno a Conte e non vogliono nessun documento. Non basta. I gruppi stanno affrontando il capitolo sanità, con uno specifico focus sul Mes. Iv, secondo quanto viene riferito, si sarebbe detta disponibile a mediare rispetto alle posizioni iniziali, prendendo solo una parte dei 36 miliardi previsti dalla linea di credito Ue sulla sanità. Il confronto, come detto, è in corso, anche con toni abbastanza accesi. Secondo altre fonti, infatti, i renziani avrebbero messo sul tavolo l’attivazione del Mes, punto. Il tema resta difficilmente digeribile per il M5S.

Il presidente Fico, in mattinata, aveva introdotto i lavori e poi lasciato la riunione alla quale partecipano una quindicina di persone: i capigruppo di M5S Davide Crippa ed Ettore Licheri, quelli del Pd Graziano Delrio e Andrea Marcucci, per Italia Viva i capigruppo Maria Elena Boschi e Davide Faraone, per Liberi e Uguali Federico Fornaro e Loredana De Petris, per ‘Europeisti – MAIE – Centro Democratico’ del Senato i senatori Raffaele Fantetti e Maurizio Buccarella, per il Gruppo parlamentare ‘Per le Autonomie del Senato Albert Laniece e Gianclaudio Bressa, per CD-Maie Bruno Tabacci ed Antonio Tasso. Non ci sono, a quel tavolo, i leader, a cominciare da Matteo Renzi. Trattano in separata sede?

Non ci sarà nessun documento. Lo hanno riferito ai cronisti Bruno Tabacci, leader di Cd, e Antonio Tasso, capogruppo del Maie alla Camera. «Non ci sarà alcun documento alla fine della riunione – ha spiegato Tasso – che serve piuttosto a verificare se non ci sono condizioni ostative ad andare avanti con le intese sul nome da indicare al presidente Mattarella per l’incarico». Analoghe le parole di Tabacci, che ha confermato l’assenza di un documento programmatico scritto al termine del tavolo.



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