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Anticorpi monoclonali: Aifa autorizza l’uso di due prodotti per trattamento Covid-19

AIFAROMA – Via libera dall’Agenzia italiana del farmaco (Aifa), secondo quanto apprende l’Ansa, a due anticorpi monoclonali per il trattamento di Covid-19, con alcune condizioni e per una categoria limitata di pazienti, ovvero per una casistica limitata in fase precoce in pazienti ad alto rischio di evoluzione. Gli anticorpi monoclonali approvati per la cura del Covid sono due, quelli prodotti da Regeneron e da Eli Lilly.

La Cts dell’Aifa ha previsto limitazioni in linea con quelle del Canada e dell’Fda negli Stati Uniti: i farmaci sono destinati a pazienti in fase precoce con alto rischio di evoluzione. Anelli: permette di ridurre ospedalizzazioni L’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) dia il via libera alla sperimentazione degli anticorpi monoclonali e avvii, in tempi rapidi, l’iter per la somministrazione; sarebbe una boccata d’ossigeno per il sistema. Lo aveva chiesto il presidente della Federazione nazionale degli ordini dei medici Fnomceo, Filippo Anelli.

Avere a disposizione anche questa opzione terapeutica, che, in determinate condizioni, permette di ridurre le ospedalizzazioni e di migliorare i risultati clinici, può essere una strategia per condurre a termine la campagna vaccinale in un tempo più flessibile. Un booster, una macchina ausiliaria che permetterà di concludere, con meno urgenza, la campagna vaccinale, sostenendo i pazienti che via via si ammaleranno: questa la funzione, nell’attuale scenario, degli anticorpi monoclonali, secondo il presidente della Federazione degli Ordini dei Medici (Fnomceo), Filippo Anelli.

Antinori (Spallanzani): buoni risultati Positivi, molto incoraggianti ed interessanti. Giudica così Andrea Antinori, direttore di Immunodeficienze virali all’Istituto Spallanzani di Roma, i risultati ottenuti sull’utilizzo degli anticorpi monoclonali – per uso compassionevole su singoli casi – su alcuni pazienti Covid immunodepressi, con particolari difetti nella produzione di immunoglobuline, che hanno già portato alla guarigione di due pazienti. “Un’esperienza importante anche sul piano umano. Siamo soddisfatti del percorso fatto. Se ci dovessero essere altri casi simili andremo avanti , spiega all’Adnkronos Salute il ricercatore. Ovviamente – aggiunge – è difficile trasferire questo genere di dati alla popolazione generale, che poi è l’argomento al centro del dibattito attuale. Al momento sappiamo che gli anticorpi monoclonali hanno dato buoni risultati e funzionano in questo contesto molto particolare in cui noi l’abbiamo utilizzati, ovvero in casi di deficit di produzione di immunoglobuline, precisa Antinori.


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Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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