Speranza attacca Salvini e chiude su prossime aperture
ROMA – Il ministro Speranza insiste, nonostante l’evidenza, nella politica dei lockdown, delle chiusure, dei divieti che hanno condotto l’Italia alla situazione attuale. dopo un anno la pandemia non cessa e l’economia è avviata al disastro. Bel risultato per il ministro di Leu, tutto volto a sinistra. E attacca gli avversari politici, anche se compagni di governo.
«Salvini? Non faccio mai polemica, ma penso che nessuno dovrebbe soffiare sul fuoco dell’inquietudine, del tormento di tanti italiani. Di fronte alla difesa della salute dobbiamo unire il Paese e non dividerlo, perché la battaglia è ancora complicata. Vedo bene – aggiunge – che un bel pezzo di Paese è in forte sofferenza. Sono consapevole che ogni mia scelta provoca un sacrificio e che ci sono settori in grande difficoltà, per cui ritengo che sostegni economici mirati siano fondamentali. Ma la maggior parte degli italiani capisce che queste misure, per quanto costose e dolorose, sono necessarie e io le assumo con animo sereno. Tutelare la vita non è un lavoro sporco, ho giurato sulla Costituzione per questo. Il quadro è ancora molto serio – prosegue il ministro della Salute -e il punto è adeguare le misure alla situazione epidemiologica. La principale preoccupazione sono le varianti, quella inglese è arrivata all’86,7% di prevalenza e ha una capacità diffusiva maggiore del 37% rispetto al ceppo originario. Le misure rigorose sono una risposta necessaria, come scrive l’ISS. I nostri scienziati ritengono che con queste varianti le zone gialle non siano in grado di piegare la curva.
Potranno tornare solo quando avremo raggiunto un livello sufficiente di vaccinazioni. Qui l’ideologia non c’entra nulla, ogni misura è ponderata sulla base dei dati scientifici. Fidiamoci della scienza, che ci ha sempre guidati in questo anno difficile. Nel decreto non c’è nessun automatismo – dice ancora Speranza in riferimento a una programmazione per la riapertura dei ristoranti – C’è l’impegno a valutare costantemente i dati, come facciamo ogni settimana. Il presidente Draghi sta tenendo una posizione di grande realismo e pragmatismo, vuole programmare con fiducia il futuro, ma fronteggiando duramente l’epidemia. Dobbiamo avere il coraggio della verità, non illudere le persone. Abbiamo 3700 letti di terapia intensiva occupati, un dato molto alto che deve diminuire. Non possiamo suscitare illusioni che finiscono per rivelarsi un boomerang. Io però sono ottimista, grazie ai sacrifici di queste settimane e all’accelerazione della campagna di vaccinazione, già nella seconda parte della primavera vedremo risultati incoraggianti e staremo meglio».