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Iva, ogni giorno un milione evaso in Toscana

Centrale 117
Triplicate le telefonate al 117 della Finanza in Toscana per segnalare violazioni fiscali

Iva dovuta e non versata pari a 365 milioni di euro. Un milione al giorno tondo tondo, con un aumento del 41% rispetto al 2011. Redditi non dichiarati e costi fantasma, sottratti alla tassazione, per 3 miliardi. Rettifiche delle basi imponibili ai fini dell’Irap per 1 miliardo.

Questo il quadro delle verifiche fiscali portate a termine nel 2012 dalla Guardia di Finanza in Toscana. Frodi fiscali, evasione internazionale, economia sommersa: fenomeni che il generale Giuseppe Vicanolo, comandante regionale, ha definito “vera e propria criminalità economica”.

Sono state 759 le persone denunciate all’Autorità Giudiziaria, tra cui 12 colpite da ordinanze di custodia cautelare: 7 a Firenze, 2 a Livorno, 1 ad Arezzo, Pisa e Prato.

Giuseppe Vicanolo 2
Generale Giuseppe Vicanolo, comandante regionale Toscana

Tra i casi più emblematici, Vicanolo ha ricordato quello che ha definito “il bancarottiere seriale”: un imprenditore di Pontassieve, arrestato nel maggio 2012, che gestiva una rete di negozi di elettrodomestici e telefonia nel centro Italia. Aveva fondato sette società intestate a prestanomi , che operavano sul mercato per breve tempo. Aperte e chiuse insomma. Appena il tempo di comprare merce che poi non veniva pagata (30 milioni), omettere dichiarazioni dei redditi e Iva pur avendo un volume di affari di oltre 45 milioni, evadere imposte e contributi per oltre 9 milioni. Le società fantasma poi sparivano nel nulla trasferendo i rami d’azienda a nuove società controllate anch’esse da “teste di legno”.

Pugno di ferro anche con le cosiddette “imprese-cartiere”, quelle cioè che emettono fatture per operazioni inesistenti. In realtà non c’è nessuna struttura aziendale alle spalle e non fanno nessuna operazione commerciale. L’unica “attività” è rilasciare a centinaia di imprese ad alta redditività fatture false utilizzabili per scaricare costi e crediti Iva inesistenti, in modo da abbattere i loro debiti verso lo Stato. Da qui il nome “cartiera”, che inventa cioè fatture di carta, senza alcun riferimento – logicamente – al vero tessuto produttivo del settore cartario.

Quello delle false fatturazioni è uno dei reati più gravi tra quelli tributari, sanzionati con la reclusione fino a 6 anni. “Un fenomeno cancerogeno molto insidioso – ha detto Vicanolo – che purtroppo nel periodo di crisi sembra in crescita. In Toscana l’anno scorso i nostri reparti hanno denunciato alle Procure della Repubblica 363 persone per giri di fatture false ammontanti a 583 milioni di euro (+62% rispetto al 2011)”.

Nel rovescio (positivo) della medaglia la Guardia di Finanza toscana segnala che sono in netto aumento i contribuenti che accettano di “patteggiare” subito, una volta ricevuto l’accertamento fiscale. Rinunciano a fare ricorso e ottengono così le agevolazioni di legge, con una sanzione ridotta. In questo modo nel 2012 sono state incassati 59,2 milioni di imposte evase, contro i 36,7 milioni del 2011 (+61%). Perché “non basta più accertare l’evasione, ma puntare al recupero concreto di quanto dovuto all’Erario” ha detto il comandante della Finanza accennando anche alla sempre maggiore collaborazione con l’Agenzia delle Entrate.

Nel mirino anche gli studi professionali. Sono state effettuate 165 tra ispezioni e verifiche, che hanno portato alla luce circa 65 milioni di maggiori redditi imponibili (in media, 392.000 euro per ogni controllo) e 9,7 milioni di Iva dovuta e non versata.

Tra le categorie più esposte figurano: 23 avvocati, 12 dottori commercialisti, 9 architetti. In alcuni casi sono stati interpellati anche i clienti dei professionisti, con un questionario dove veniva chiesto di specificare l’oggetto delle prestazioni ricevute e le modalità di pagamento.

Triplicate infine le telefonate dei cittadini al 117 della Finanza, per segnalare presunte violazioni fiscali. In Toscana sono passate da 700 del 2011 a 2000 dell’anno scorso. “Pensiamo – ha concluso Vicanolo – che ci sia un cambiamento culturale in corso, che i cittadini di fronte alla crisi pretendano di più che ognuno paghi il giusto; è cresciuta l’indignazione verso i furbi ed i disonesti, per i danni che arrecano a tutta la società. Noi vogliamo incoraggiare questo processo e dare risposte concrete a tutti i cittadini ed alle Amministrazioni che vogliono collaborare per ridurre il “tax gap” del nostro Paese”.

Scarica qui il testo integrale del Bilancio 2012 dell’attività di contrasto all’evasione della Guardia di Finanza in Toscana


Sandro Addario

Giornalista

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