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Riforma processo penale e prescrizione in Consiglio dei ministri. Incognita M5S

Marta Cartabia, ANSA/ETTORE FERRARI

ROMA – La riforma del processo penale e della prescrizione in Consiglio dei ministri. Mario Draghi, in asse con Marta Cartabia, prova a chiudere un capitolo molto delicato per la sua maggioranza e sbloccare una partita che procede più a rilento del previsto.

Il pacchetto di proposte del ministro della Giustizia dovrebbe essere discusso (per essere politicamente blindato) dal governo nella riunione del Cdm in programma oggi giovedì.

Ma sul passaggio – che fino all’ultimo potrebbe slittare – pende un’enorme incognita: una parte del Movimento 5 stelle è pronta a salire sulle barricate contro la proposta sulla prescrizione, che ‘salva’ solo il parte il testo di Bonafede. Sulla riforma potrebbe succedere di tutto, dice una fonte pentastellata. E così fino all’ultimo si lavora a una ulteriore mediazione, per sminare la discussione in Cdm ed evitare una clamorosa spaccatura e il rischio di un voto contrario del M5s.
La riforma del processo penale è ferma in commissione alla Camera (attesa in Aula il 23 luglio), mentre più avanzato – ma anch’esso a rilento – è il lavoro della riforma del processo civile in Senato. Poi bisognerà mettere mano alla riforma del Csm. Ecco perché Draghi e Cartabia, che avrebbero avuto diversi contatti in giornata, decidono che è ora di portare in Cdm il pacchetto di emendamenti del governo sul processo penale. Basta rinvii: il passaggio in Consiglio non è d’obbligo, ma il via libera dei ministri serve a rafforzare l’iter parlamentare. E così la ministra della Giustizia martedì vede uno ad uno i rappresentanti dei partiti e illustra la sua proposta. Si ipotizza una cabina di regia prima del Cdm, ma si decide di non tenerla, anche per impegni sulle carceri di Cartabia: sarà il Consiglio dei ministri la sede politica di discussione e confronto tra le diverse anime del governo.

C’è chi ipotizza anche due passaggi, con un primo giro di tavolo e poi un secondo per l’approvazione, ma fonti dell’esecutivo reputano l’ipotesi remota.
L’intervento è corposo, si va dall’indicazione di alcuni paletti per il ricorso in appello (una prima ipotesi, scartata per la contrarietà dei partiti, prevedeva l’impossibilità in alcuni casi per pm e avvocati di fare ricorso), alla relazione al Parlamento di criteri di massima per l’azione penale. E poi c’è un intervento corposo sui riti alternativi. Matteo Salvini, sentita Giulia Bongiorno, fa sapere che il complesso delle proposte va bene ma – afferma – bisogna evitare la depenalizzazione di alcuni reati a partire dalla corruzione. Ma è la prescrizione il tema più sensibile, perché l’ultima riforma è stata fatta dal governo Conte, ministro il pentastellato Bonafede. La proposta di Cartabia, prevede di ‘salvare’ la riforma per il primo grado, con il decorrere della prescrizione sostanziale, mentre per i gradi successivi di introdurre un meccanismo processuale di “improcedibilità”: due anni di tempo per chiudere l’appello, un anno per la Cassazione, decorsi i quali il processo si chiude. Non sono previsti sconti di pena per il condannato mentre per l’assolto termina ogni procedimento. Fine.

Nel M5s però questa ipotesi crea scompiglio e quando la sottosegretaria Anna Macina in mattinata riferisce la proposta ai parlamentari che si occupano di giustizia, presenti il capodelegazione M5s Stefano Patuanelli e l’ex ministro Alfonso Bonafede, le obiezioni vengono espresse con forza. “L’unica soluzione è rinviare, prendere tempo”, dice una fonte al termine della riunione, anche se i Cinque stelle negano di aver chiesto a Cartabia un nuovo slittamento. Ma poiché Draghi e la ministra vogliono chiudere la partita, fino all’ultimo si cerca una mediazione, che eviti di spaccare un Movimento già in grande difficoltà e scongiuri quel muro contro muro che potrebbe portare al voto contrario dei ministri in Cdm. La confusione è tale che c’è chi non esclude che i ministri M5s (espressione di diverse anime del Movimento) vadano in ordine sparso: fonti di governo pentastellate lo escludono, i ministri starebbero tutti lavorando per mediare. Ma a sera, la trattativa è in corso, una soluzione ancora non si vede. Si cerca di convincere Bonafede e i parlamentari più barricaderi: sulla giustizia sembra ripetersi la spaccatura tra contiani (più duri) e grillini (più soft). Il M5s ha chiesto, rivendicano fonti pentastellate, di togliere ogni limite all’appello per i pm.
Il Pd rivendica di aver incassato, su questo come su altri punti, il via libera a sue proposte e anche Leu con Federico Conte difende la scelta della prescrizione processuale. Ma Dem e Leu vogliono mediare con il Movimento, per evitare fratture con gli ex alleati: Sul termine di fase e ad esempio il suo slittamento per processi di particolare complessità si può trovare una quadra, dice Alfredo Bazoli. Va in soffitta la riforma Bonafede, esulta da Azione Enrico Costa. Ma la partita non è ancora chiusa.


Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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