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Firenze: Daniele Gatti direttore principale del Maggio Musicale; i piani fino al 2024

Daniele Gatti al Maggio Musicale Fiorentino (© Michele Monasta)

FIRENZE – Come preannunciato il 1 luglio alla presentazione della prossima stagione, il maestro Daniele Gatti è stato designato direttore principale del Maggio Musicale Fiorentino: entrerà in carica allo scadere del suo impegno romano, il 1 marzo 2022, e ci resterà fino al 31 dicembre 2024; nei suoi progetti, Festival satelliti in autunno e all’inizio dell’anno, ognuno costruito intorno a un tema, oltre allo Festival del Maggio Musicale Fiorentino.

Una scelta pienamente condivisa tra il sovrintendente Alexander Pereira e il maestro Zubin Mehta, direttore emerito a vita del Maggio, è quella della designazione del maestro Daniele Gatti come prossimo direttore principale del Maggio Musicale Fiorentino per i futuri tre anni. Il suo impegno a Firenze prevede tre titoli operistici e almeno cinque concerti sinfonici a stagione.

Daniele Gatti ha tracciato le grandi linee programmatiche fino al 2024 nel corso della conferenza stampa alla presenza del sindaco di Firenze e presidente della Fondazione del Maggio Dario Nardella e del sovrintendente Alexander Pereira. Così si è espresso: «Ho accettato con gioia la proposta del sovrintendente Pereira, del sindaco Nardella, del maestro Mehta, la figura che incarna il Maggio e io sono felicissimo di poter collaborare con lui, perché mi è stato concesso di essere creativo e di poter ampliare lo spazio del Festival che è riconosciuto come uno dei più importanti e prestigiosi e di altissima qualità. Ecco che creeremo due festival satelliti, due costole di quello principale, raggruppando tre o quattro opere unendole da un filo conduttore, un tema, un’assonanza drammaturgica, un legame dal punto di vista storico o filosofico e collocheremo i titoli verso la fine dell’autunno, e all’inizio del nuovo anno e cingeremo queste opere da una serie di concerti sinfonici tematicamente connessi ai titoli, anche con nuove commissioni, per accendere i riflettori su Firenze e il Maggio in altri due periodi prima di quello “tradizionale” del Festival principale. Abbiamo già individuato i temi: un Omaggio al Verdi maturo, Il mito di Faust, La Fiaba, La Seconda scuola di Vienna, un Omaggio a Puccini (ovviamente per il centenario della morte, nel 2024). Il Grande Festival del Maggio nelle edizioni del 2023 e 2024 «L’uomo cantore e il soprannaturale» sarà concepito come un solo grande Festival articolato in due anni e dedicato a Richard Wagner: Zubin Mehta dirigerà «Lohengrin», Daniele Gatti «Die Meistersinger von Nürnberg»; nel 2024 Gatti affronterà «Parsifal», Mehta «Tannhauser».

Daniele Gatti dunque entrerà in carica a partire dal prossimo mese di marzo 2022 ma prima di allora è già prevista la sua presenza sul podio del Maggio il prossimo 12 settembre, alle 20, alla testa dell’orchestra Mozart. Il Maestro riprenderà il podio poi l’11 marzo 2022 con il suo primo concerto da direttore principale del Maggio in quello che sarà il penultimo appuntamento della stagione sinfonica prima dell’avvio del Festival. E sarà proprio il maestro Gatti a inaugurare l’84° Festival il 12 aprile 2022 con «Orphée et Eurydice» di Christopher Willibald Gluck per cinque recite; il secondo titolo operistico a lui affidato, del Festival, sarà «Ariadne auf Naxos» di Richard Strauss nel nuovo allestimento di Matthias Hartmann in giugno, sempre per 5 recite. Daniele Gatti inaugurerà anche la sezione sinfonica del Festival con il primo concerto il 26 aprile al quale seguiranno altri due appuntamenti concertistici, uno in giugno e l’altro in luglio.

Alla ripresa “invernale” con l’avvio del primo “satellite” dedicato al “Verdi maturo” il maestro Gatti in dicembre dirigerà «Un ballo in maschera» di Giuseppe Verdi con la regia di Gabriele Salvatores e due concerti sinfonici in dicembre, uno dei quali proprio il 31.

Gli atri titoli, nove nel triennio, saranno «The Rake’s Progress» di Stravinsky, «Die Zauberflöte» di Wolfgang Amadeus Mozart, «Manon Lescaut» di Giacomo Puccini, «Wozzeck» di Alban Berg, «Parsifal» e «Die Meistersinger von Nürnberg» di Richard Wagner.

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