Prezzi abitazioni vacanze: Dona (Unc) denuncia speculazioni nei villaggi turistici, mentre alcune città calano
ROMA – «Aumentano i prezzi degli alloggi nelle città italiane a luglio di quest’anno e, a fronte di un’inflazione media nazionale annua pari a +4,1%, emergono disparità territoriali enormi, tra la città con il rincaro più alto, quale è Siena (+18,1%) e Viterbo in netto calo con -10,4%, differenze che tra il top e la coda della classifica si misurano in 28,5 punti percentuali. Queste differenze spropositate dipendono non solo dal diverso modo di reagire alla crisi e contenere le perdite, restando competitivi o innalzando i listini, ma soprattutto da quanto la ripresa del turismo è stata maggiore rispetto a un anno fa e se si è colmato il gap con i valori pre-crisi».
Per quanto riguarda i servizi di alloggio e di ristorazione, a guidare la classifica della città con i maggiori rialzi è Siena, con un aumento pari a +18,1% rispetto a luglio 2020. Al secondo posto Bari, con un incremento annuo dei servizi di alloggio pari +16,5%. Sul gradino più basso del podio, Verona con +14,1%. Seguono Aosta con +12,7%, Rimini in quinta posizione con +11,8%, Livorno (+11,3%), Cagliari (+10,2%), Palermo all’ottavo posto con +8,9%, Trieste (+8,6%), chiudono la top ten Mantova e Bologna (entrambe +8,4%).
E’ quanto afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori, associazione che ha condotto uno studio, in esclusiva per l’Adnkronos, stilando la classifica completa delle città con i maggiori rincari o ribassi per quanto riguarda i servizi di alloggio e di ristorazione, elaborando i dati Istat dell’inflazione di luglio.
«Si tratta di speculazioni belle e buone. Si è approfittato della ritrovata voglia di vacanze degli italiani per far impennare i prezzi, letteralmente decollati rispetto a un mese già vacanziero come giugno. – denuncia Dona – In particolare, guardando ai dati nazionali, sono i villaggi vacanze, campeggi e ostelli della gioventù ad aver più
abusato del desiderio di relax e svago degli italiani, con una maggiorazione mensile dei prezzi del 15,4%, contro un +6% delle pensioni e un più calmierato +1% di alberghi e motel, che comunque segnano un incremento del 4% rispetto a luglio 2020. Alcune località, ad esempio, hanno maggiormente risentito della riduzione dei turisti stranieri.
Eclatante il dato di Venezia, città turistica per eccellenza, che segna ancora una diminuzione dei prezzi rispetto all’estate scorsa, -0,5%. Anche Napoli e Milano sono in deflazione, rispettivamente -0,2% e -0,1%. Firenze, invece, è nella parte alta della classifica, in 13° posizione con +8%, così come Roma, in 26° con +5,6%. Ben 5 città sono invece in deflazione, hanno quindi abbassato i prezzi da giugno a luglio 2021, chiaramente per rispondere alla minore
domanda registrata a giugno rispetto a quanto si attendevano. Un segno evidente della crisi. Non per niente a vincere questa classifica è Venezia» conclude Dona.