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Draghi vede Salvini: Afghanistan e ripresa dell’attività del governo al centro del colloquio

MAURIZIO BRAMBATTI/ANSA

ROMA – Il presidente del Consiglio ha invitato il segretario leghista a Palazzo Chigi per fare un rapido punto riguardo ai dossier sul tavolo, dato che con ieri è ufficialmente ricominciata l’attività di governo dopo la pausa di Ferragosto. Qualche notizia sull’esito del colloquio è venuta proprio dalla Lega. «Durante l’incontro con il Presidente del Consiglio Mario Draghi, il leader della Lega ha espresso grande preoccupazione per la crisi in Afghanistan anche per le potenziali ricadute sul nostro Paese. Non a caso, proprio questa mattina Salvini ha incontrato a Roma gli ambasciatori di Afghanistan e Pakistan». Lo fa sapere una nota della Lega.
Il leader della Lega e il Presidente del Consiglio -si legge ancora- hanno affrontato anche i temi legati alla ripresa dell’attività di governo: Salvini ha confermato il massimo sostegno per realizzare le riforme utili all’Italia a partire da Giustizia, taglio della burocrazia e delle tasse

Salvini ha poi affermato: «Con Draghi abbiamo parlato di terrorismo internazionale, perche’ quello che accade in Afghanistan rischia di diventare un problema in Europa e in Italia. Gia’ in Francia sono stati bloccati 5 afghani per sospetti legami col terrorismo. Quindi dopo la vergognosa fuga Usa, non concordata e non condivisa, bisogna aiutare i Paesi vicini a ospitare, non bisogna lasciare nessuno spazio ai terroristi islamici. Quindi nessun riconoscimento a emirati, califfati o via dicendo. L’Italia ha il dovere di salvare donne, bambini e persone che hanno collaborato, poi altri paesi europei devono fare la loro parte. Oggi ho incontrato l’ambasciatore afghano e quello pakistano, la soluzione e’ il sostegno alle forze democratiche in Afghanistan, nessun cedimento a quelli che trattano le donne peggio delle bestie»

.ùUn tema scotante per il governo è costituito però dagli attacchi di Salvini a Lamoregse: «Sugli sbarchi i numeri bocciano Lamorgese, che non sta facendo il ministro dell’Interno. Siamo arrivati a quasi 40 mila arrivi nell’anno del Covid, non è possibile che l’Italia sia trasformata in un campo profughi». Con richiesta imminente di riferire in Parlamento su «quello che non sta facendo», aveva tuonato il leader leghista. Ma sembra che nell’incontro con il premier i toni siano stati più pacati, senza attacchi personali ma con il rammarico, dicono i suoi, «per una strategia che non è organica. Che procede a mettere una pezza qui e una là, senza un piano d’insieme». Anche se Salvini è consapevole che «non sarà un governo con Pd e 5 Stelle a prendere in mano la questione in maniera efficace». Di un possibile incontro con la ministra, però, a Palazzo Chigi non si è parlato.


Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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