Firenze: Ciclo Beethoven con Mehta al Maggio Musicale. Tutto esaurito per il secondo concerto
Firenze – Dopo il primo concerto di sabato scorso, mercoledì 29 settembre alle 20 Zubin Metha, impegnato in questi giorni anche nelle recite di una memorabile «Traviata» (stasera, martedì 28 settembre alle 20, la terzultima), sarà di nuovo alla guida dell’Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino per il secondo appuntamento del Ciclo Beethoven.
In questa occasione, oltre alle musiche del genio di Bonn, la Sinfonia n. 7 in la maggiore op. 92 e l’ouverture di Fidelio, c’è in programma anche Gustav Mahler con l’Adagio dalla Sinfonia n.10 in fa diesis maggiore. Il concerto del 29 è già tutto esaurito.
Altri tre gli appuntamenti previsti per completare il Ciclo: giovedì 7 ottobre con la sinfonia n.6 e la Missa in tempore belli in do maggiore per soli coro e orchestra di Franz Joseph Haydn; venerdì 15 ottobre, con in programma la Sinfonia n. 3 in mi bemolle maggiore op. 55, la celebre Eroica, e la Sinfonia n. 5 in do minore op. 6, martedì 4 gennaio 2022, con la Sinfonia n. 8 in fa maggiore op. 93 e la Sinfonia n. 9 in re minore op. 125 per soli, coro e orchestra; questo ultimo programma sarà inoltre proposto interamente anche per il concerto di fine anno, il 31 dicembre 2021.
La Sinfonia n.7 in la maggiore op. 92, composta fra il 1811 e il 1812, debuttò a Vienna l’8 dicembre del 1813 diretta dallo stesso autore in una serata musicale a beneficio dei soldati austriaci reduci dalla battaglia di Hanau. Fu accolta favorevolmente dai viennesi, cui piacque soprattutto il secondo movimento, l’Allegretto, che venne addirittura bissato. Tuttavia alcuni critici e musicisti del tempo mostrarono perplessità nei confronti della Settima, ritenuta per alcuni aspetti stravagante e ai limiti dell’eccesso. Wagner, a cui va il merito di averne intuito da subito la vera essenza, la definì invece «l’apoteosi della danza».
Delle quattro ouverture composte per il Fidelio, la Leonore n. 3 op. 72 b è la più nota e rappresenta l’autentica summa musicale del dramma. Beethoven la compose nel 1806 per la seconda versione dell’opera, ma l’ampio respiro sinfonico e le dimensioni fin troppo dilatate per una sinfonia operistica lo spinsero nel 1814, in occasione della terza e ultima versione del Fidelio, a sostituirla con una nuova e ultima ouverture più breve e musicalmente meno impegnativa. Da allora la Leonore vive di vita propria.
Gustav Mahler iniziò a lavorare alla Decima Sinfonia nell’estate del 1910 mentre si trovava in villeggiatura a Dobbiaco. Il piano dell’opera prevedeva cinque movimenti – Adagio. Andante, Scherzo, Purgatorio, Scherzo, Finale – con il primo e l’ultimo in tempo lento a incorniciare i tre movimenti centrali secondo il modello della Sinfonia n. 7. Tuttavia fu l’ultima estate del compositore che, colpito da un male allora incurabile, morì la primavera seguente, lasciando incompiuta la sua ultima sinfonia. Dei cinque movimenti solo il primo, l’Adagio, è stato orchestrato dall’autore ed è il solo entrato stabilmente nel repertorio sinfonico.
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