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L'area di Pionta ad Arezzo dove si è consumato l'omicidio

Ucciso a colpi di pietra dopo una lite, due arresti

L'area di Pionta ad Arezzo dove si è consumato l'omicidio
L’area di Pionta ad Arezzo dove si è consumato l’omicidio

AREZZO – Un quarantenne, nato in Germania ma di origini calabresi, Massimo Bosco è stato ucciso a colpi di pietra dopo una lite scoppiata la scorsa notte ad Arezzo. Intorno all’1.00 è stato richiesto l’intervento del 118 nella zona della vecchia palestra, dove in una tenda dormivano alcuni senzatetto, sia italiani che extracomunitari. La vittima è stata uccisa a colpi di pietra da un rumeno, che è fuggito insieme alla complice, una quarantenne pugliese.

La Sala Operativa della Questura di Arezzo ha subito inviato sul posto equipaggi delle Volanti e dei Carabinieri, mentre la Squadra Mobile, di concerto con il pm di turno, ha preso la direzione delle operazioni. I responsabili dell’omicidio sono stati rintracciati poco dopo alla stazione ferroviaria dai carabinieri.

Un diverbio che è costato la vita a Massimo Bosco, senza dimora come le due persone arrestate per l’omicidio consumato a colpi di pietra: il romeno e la donna italiana, quest’ultima negli ultimi mesi avrebbe causato tre incendi tutti in ricoveri per senza tetto. Un delitto avvenuto nell’area di Pionta che confina anche con alcune palazzine sanitarie e non lontana da una delle succursali dell’Istituto Tecnico Industriale di Arezzo. Un ambiente dove degrado e povertà fanno da padroni, lontano da quello dello spaccio o di della criminalità organizzata.

Infatti dietro all’uccisione di Bosco non ci sarebbero questioni di soldi o droga, ma motivi futili. Stando a quanto ricostruito dalla squadra mobile, forse le cause sono da ricercare nella possibilità di trascorrere la notte in quella tenda canadese, di proprietà di un amico di Bosco.


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Massimiliano Mantiloni

Giornalista

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