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I carabinieri di fronte alla proprietà maremmana di Francesca Benetti

Donna scomparsa nel grossetano, fermato: «Non so perché ci sia sangue»

I carabinieri di fronte alla proprietà maremmana di Francesca Benetti
I carabinieri di fronte alla proprietà maremmana di Francesca Benetti

GROSSETO – «Non so come il sangue sia finito su quel pianale. Non ho mai fatto del male alla signora». Sono le parole di Antonino Bilella, riportate da uno dei suoi legali, Francesca Carnicelli, il custode accusato di aver ucciso Francesca Benetti a Villa Adua di Potassa di Gavorrano e nascosto il cadavere. Ieri i primi risultati del Ris dei carabinieri hanno confermato che le tracce di sangue sul pianale della Fiat Punto di Bilella sono riconducibili al dna della donna scomparsa.

L’uomo aveva cercato di disfarsi del pezzo dell’auto nelle campagne del grossetano. «Bilella continua a negare qualsiasi addebito» ha concluso l’avvocato.

Continuano dalle prime ore di oggi le ricerche del corpo di Francesca Benetti. I carabinieri, con l’ausilio dei gruppi cinofili, stanno in queste ore facendo dei sopralluoghi nei pozzi e numerosi fossi della zona. Il passo successivo sarà quello di ispezionare le miniere di pirite dismesse e bonificate che ci sono nella zona anche boschiva del territorio di Gavorrano.

Gli inquirenti stanno attendendo l’esito delle analisi del Ris sulle tracce di sangue trovate a Villa Adua, dopo quelle trovate nel pianale dell’auto di Bilella che sono riconducibili a Francesca Benetti.


Massimiliano Mantiloni

Giornalista

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