Gkn, Rsu: sconfitti i licenziamenti, ma ripartenza da verificare, dopo l’annuncio di Borgomeo
FIRENZE – E’ stato presentato come un regalo di Natale anticipato per i 422 lavoratori dello stabilimento Gkn di Campi Bisenzio. Si tratta della notizia dell’acquisizione integrale delle quote societarie da parte dell’imprenditore Francesco Borgomeo, finora advisor della vecchia proprietà, il fondo inglese Melrose. Con la firma del passaggio di proprieta’ siglato in uno studio notarile a Roma finisce l’incubo licenziamento per gli operai e la messa in liquidazione dell’azienda. «Fine del rischio licenziamenti. L’azienda ritira la messa in liquidazione e viene ritirata l’impugnazione contro il ricorso vinto dai sindacati sulla vecchia procedura di licenziamento». Queste le prime parole pronunciate dal nuovo presidente Borgomeo che ha deciso di chiamare la nuova società QF Spa.
I licenziamenti, commentano i sindacati della Rsu, sono stati sconfitti non una ma due volte e c’e’ una prospettiva di ripartenza tutta da verificare, per questo deve essere convocato un incontro in sede istituzionale e chiediamo un accordo per sancire la futura reindustrializzazione”. Nel frattempo “la mobilitazione continua perche’ niente e’ stato ancora ottenuto. Questo, in sintesi, il messaggio lanciato dal collettivo dei lavoratori Gkn sui social networks dopo l’acquisizione dello stabilimento di Campi Bisenzio da parte dell’imprenditore Francesco Borgomeo.
«Avevamo detto che se sfondavano qua – spiegano i rappresentanti delle Rsu – avrebbero sfondato dappertutto. Qua non hanno sfondato. E questo e’ quanto portiamo in dote a chiunque voglia trarne coraggio, lezione, bilanci, metodo. Il rischio ora e’ di essere in un nuovo calcolo. Entriamo in una fase di attesa, dove non si rischia la morte improvvisa ma per lenta agonia. Chi ci acquista non ha un proprio piano industriale ma lo fa per venderci a un terzo soggetto industriale».
Il passaggio di proprieta’ tra Melrose e Borgomeo, presidente della nuova azienda chiamata QF spa, cioè’ Fiducia nel Futuro della Fabbrica di Firenze, avviene in piena continuita’ occupazionale e di diritti ma non in continuità produttiva perchè Gkn Firenze viene comprata ed estratta dal gruppo Gkn e dalla filiera produttiva. Diventa una societa’ a se’ stante senza volumi e senza missione industriale. I macchinari rimangono qua ma cessano probabilmente di avere una funzione. In un modo o nell’altro quindi Gkn viene smantellata.
Si tratta secondo il collettivo dei lavoratori di un alto pezzo del settore automotive che se ne va per decisione di un fondo finanziario quindi c’e’ poco da cantar vittoria: rimangono migliaia di posti di lavoro a rischio in tutto l’automotive e lo Stato esce da questa vicenda come un semplice passacarte. Per tutti questi motivi la mobilitazione forse cambierà nei tempi e nei modi ma non cewsserà e i macchinari rimarranno qua. Per ogni macchinario che esce, ci deve essere chiarezza su quali arrivano. Altrimenti da qua non esce uno spillo.
Il prossimo passo indicato dal collettivo Gkn è l’incontro in sede istituzionale con un accordo che sancisca: rientro dei lavoratori degli appalti all’interno del percorso di continuita’ occupazionale, continuita’ dei diritti e dei posti di lavoro anche con il futuro soggetto reindustrializzatore, presentazione di un piano industriale certo e dettagliato, tempistiche certe con un termine entro il quale l’assenza di progressi chiari preveda l’intervento dello Stato e il passaggio al nostro piano industriale, piano di formazione concordato e chiaramente finalizzato, accensione di un ammortizzatore sociale che preveda l’integrazione economica e principi chiari di rotazione, incontri di verifica costanti del piano. Infine prepensionamenti, pensionamenti o uscite volontarie devono avvenire con una previsione di saldo occupazionale.