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Asta: inedito di Andrea del Sarto sarà battuto da Sotheby’s negli USA
Firenze – Va all’asta da Sotheby’s giovedì 27 gennaio a New York un inedito dipinto di Andrea del Sarto, pseudonimo di Andrea d’Agnolo di Francesco di Luca di Paolo del Migliore Vannucchi (Firenze, 1486-1530), recentemente riscoperto e identificato negli Usa in una collezione italo-americana. Si tratta di un «Ritratto di un gentiluomo» (forse Ottaviano de’ Medici), che indossa un grande cappello, con una scatola di sigilli di cera appoggiata su una sporgenza davanti a lui. L’opera è stimata 2/3 milioni di dollari.
Nei secoli passati presente in una collezione aristocratica di Napoli, il dipinto fu portato dalla stessa famiglia proprietaria a New York, dove emigrarono nel 1908, e poi è passato in eredità ai discendenti che ora hanno deciso di metterlo in vendita.
Dopo le partenze di Leonardo da Vinci, Michelangelo e Raffaello da Firenze nel 1508, Andrea del Sarto emerse come il pittore preminente della città. Prolifico come pittore di affreschi e dipinti su tavola, e anche come disegnatore, Andrea del Sarto produsse un piccolo numero di ritratti nel corso della sua carriera trentennale, sebbene questo non fosse l’obiettivo principale della sua attività. Questo singolare esemplare che va all’asta a New York è una nuova importante aggiunta alla sua opera e aumenta significativamente il modesto corpus dei suoi ritratti.
La sua paternità è stata confermata dal professor Sydney Freedberg, un eminente esperto dell’artista, che lo considera “un ritratto autografo di Andrea del Sarto di altissima qualità” (lettera al proprietario, datata 14 gennaio 1991). Nonostante questa autorevole approvazione e il suo evidente significato – sia come opera appena scoperta dell’artista che come notevole aggiunta all’inventario dei ritratti maschili fiorentini del primo Cinquecento di artisti come Franciabigio, Ridolfo Ghirlandaio, Giuliano Bugiardini, Francesco Granacci e lo stesso Sarto – il “Ritratto di gentiluomo” è rimasto sconosciuto fino ad oggi.
Su basi stilistiche, il ritratto può essere datato alla metà degli anni 1520, rendendolo un lavoro maturo dell’ultimo decennio della vita dell’artista fiorentino, che morì di peste nel 1530. Questo fu un periodo di intensa attività: in quegli anni fu assorbito dalla campagna in corso per affrescare il Chiostro dello Scalzo con scene monocrome della vita di San Giovanni Battista, patrono di Firenze – una delle imprese più significative della sua carriera – e la monumentale Ultima Cena nel refettorio di San Salvi, una chiesa monastica allora alla periferia di Firenze. Prove interne supportano la cronologia proposta per il ritratto. L’abbigliamento del personaggio, in particolare il cappello a tesa larga e la tunica con una voluminosa manica superiore, qui indossata sotto un mantello, indica una datazione negli anni intorno al 1520.