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Torre del Lago, il questore: «Il vigile del fuoco sarebbe stato ferito dal padre. Ma aspettiamo la prova scientifica»

Gianluigi Ragoni, l’uomo che si era barricato in casa a Torre del Lago
(Foto da Rtv38)

TORRE DEL LAGO (LUCCA) – Gialungi Ragoni, l’uomo di 44 anni che ieri, 19 gennaio 2022, si è barricato in casa, a Torre del Lago, per oltre 8 ore, per evitare di essere sottoposto a tso (trattamento sanitario obbligatorio) ha detto di non aver sparato al vigile del fuoco. Il colpo di pistola che ha ferito il pompiere sarebbe stato esploso dall’anziano padre, Adelmo, ex carabiniere in pensione. I due Ragoni, padre e figlio, si sono barricati in casa prima dell’intervento risolutivo dei reparti speciali della polizia, i Nocs, che hanno fatto irruzione nell’appartamento riuscendo a bloccarli senza che nessuno riportasse danni.

Il questore di Lucca, Alessandra Faranda Cordella, parlando con i giornalisti, ha affermato: «La pistola è stata utilizzata con ogni probabilità dall’anziano, almeno stando a quanto ha dichiarato il figlio. A breve avremo riscontri dalla polizia scientifica di Firenze, visto che ad entrambi è stato fatto il tampone per individuare chi dei due ha sparato. Nell’immediato, dopo il fermo, il figlio ha detto che ha sparato il padre. Ma in casi del genere è bene aspettare le analisi della scientifica. Il fatto che uno, il 44enne, si trovi in carcere e l’altro, il 90enne, ai domiciliari è dovuto solo ad un fatto di età».

Ancora il questore: «Ci troviamo di fronte a due personaggi, padre e figlio, con chiara fragilità mentale. L’arma utilizzata, da un controllo effettuato sia nei sistemi informatici che sul cartaceo dal commissariato di polizia di Viareggi, non risulta essere mai stata denunciata». L’arma è una vecchia pistola Galesi, modello 1930, che ha ferito il vigile del fuoco. «Non sappiamo – ha proseguito il questore – se è stata comprata molti anni fa: si tratta di un’arma vecchia, una calibro 22, per fortuna. Se il calibro fosse stato più potente, sarebbe andata ben diversamente. Il proiettile ha attraversato un importante segmento di legno, andando ad impattare esattamente sul cuore del vigile del fuoco che cercava di entrare».

«Il nostro compito è stato quello di tenere un dialogo costante con l’uomo, rassicurarlo. E soprattutto tenerlo sempre in vista e con le mani alzate, per scongiurare altri gesti». Lo ha spiegato l’agente Martina De Vincenzo, uno dei mediatori della polizia che ieri ha tenuto sotto controllo la situazione scaturita a Torre del Lago. «In una seconda fase – ha aggiunto De Vincenzo – abbiamo cercato di far finta di assecondare le richieste del 44enne, che voleva che gli fosse annullato il tso, che fossero chiuse tutte le psichiatrie in Italia e che voleva gli fosse riattaccata la luce in casa. Abbiamo cominciato a passargli documenti falsi dalla finestra, attraverso un secchio e una corda, per cercare di farlo ragionare e aprire la porta».


Gilda Giusti

Redazione Firenze Post

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