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Admin Ajax.php?action=kernel&p=image&src=%7B%22file%22%3A%22wp Content%2Fuploads%2F2022%2F02%2Felmi BaTTAGLIA NAVALE

Battaglia navale di Alalia (540 a.C): ritrovati gli elmi. Il plauso di Franceschini

Elmi BaTTAGLIA NAVALE
(Foto ANSA)

ROMA – Reperti della battaglia navale di Alalia, soprattutto elmi, sono tornati alla luce. Era il 540 a.C quando davanti alle coste della Corsica, in quello che gli antichi chiamavano il mare di Sardegna, si svolse la prima grande battaglia navale della storia. Una lotta epica e sanguinosa di cui ci racconta Erodoto e che vide i potenti Focei, coloni greci insediati nella città corsa di Alalia, sotto l’attacco congiunto di etruschi e cartaginesi. Nello scontro, sostiene il partigiano Erodoto, i greci ebbero la meglio.

E tuttavia le navi che erano riusciti a salvare non potevano più combattere, tanto che dovettero imbarcare le famiglie, abbandonare Alalia e a fare rotta verso il sud d’Italia, dove da abili mercanti quali erano, comprarono un pezzo di terra e fondarono Hyele poi rinominata Elea (Velia secondo i romani) la città della Magna Grecia che diede i natali al filosofo Parmenide.

Ed è proprio qui come spiega il direttore generale dei musei Massimo Osanna, che uno scavo avviato dagli archeologi del Parco Archeologico di Paestum-Velia, ha riportato alla luce armi con tutta probabilità provenienti proprio da quella epocale battaglia. Una scoperta, sottolinea lo studioso, che accende una nuova luce su questa pagina affascinante della storia antica. Mentre da Roma anche il ministro della cultura applaude, questo ritrovamento commenta Franceschini dimostra quanto sia importante continuare a investire con convinzione nella ricerca archeologica che non smette di restituire importanti tasselli della storia del Mediterraneo.

Avviati l’estate scorsa sulla cima di quella che era l’acropoli della città, proprio sotto i resti ancora oggi evidenti del tempio dedicato ad Athena, gli scavi diretti da Francesco Scelza hanno riportato alla luce i resti di una struttura rettangolare di notevoli dimensioni, 18 metri di lunghezza per 7 di larghezza, risalente al VI secolo a. C. Al suo interno, su un pavimento in terra battuta, ceramiche dipinte tutte contrassegnate con la scritta Ire (“sacro”) che ne attesta la dedica alla divinità, elementi architettonici decorativi in argilla cotta che risultano realizzati da maestranze cumane, non a caso forse una delle città greche in prima linea contro gli etruschi del mare, oltre a qualche frammento dell’antica copertura.



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