Firenze: al Teatro Puccini arriva Carrozzeria Orfeo col suo «Miracoli metropolitani»
Venerdì 11 e sabato 12 febbraio alle 21 al Teatro Puccini di Firenze arriva per la prima volta la compagnia teatrale Carrozzeria Orfeo col suo «Miracoli metropolitani»; lo spettacolo, ambientato in una vecchia carrozzeria riadattata a cucina, specializzata in cibo a domicilio per intolleranti alimentari, dove si muovono otto personaggi, è un ironico e feroce scorcio della società di oggi. Con questo testo Gabriele Di Luca è stato selezionato come autore italiano nel progetto americano Italian Playwrights Project 3a Edizione (2020/22), finalizzato alla promozione della scrittura creativa contemporanea.
Mentre all’esterno le fogne, ormai sature di spazzatura e rifiuti tossici, stanno lentamente allagando la città, gettando la popolazione nel panico e costringendola all’autoreclusione in casa, in una vecchia carrozzeria riadattata a cucina, specializzata in cibo a domicilio per intolleranti alimentari, si muovono otto personaggi: Plinio, ex-chef stellato caduto in rovina, che coltiva sogni impossibili di riscatto culinario mentre la realtà gli impone di cucinare squallidi cibi precotti e liofilizzati importati dalla Cina; sua moglie Clara, ex lavapiatti e infaticabile arrampicatrice sociale, che col tempo si è trasformata in un’improbabile imprenditrice di classe, in eterno conflitto con il marito sulla gestione dell’attività; Igor, figlio di Clara e figliastro di Plinio, un ragazzo di 19 anni, con grossi problemi di disabilità emotiva, autorecluso da mesi nella propria stanza e ossessionato da un videogame sulla guerra (Affonda l’immigrato), unica valvola di sfogo per le proprie frustrazioni. Come se non bastasse, si unisce alla famiglia Patty, la madre settantenne di Plinio, ex-brigatista e femminista, che dopo aver speso la vita ad aiutare i popoli di mezzo mondo nella lotta contro le dittature di destra che li opprimevano, è ora tornata in Italia per combattere la sua ultima battaglia: a causa dell’ emergenza fognaria il governo è stato costretto ad emanare un decreto di sostegno per le fasce più deboli, ma quando tra i beneficiari vengono inclusi gli immigrati, violenti gruppi di destra iniziano a perseguitarli e ucciderli impunemente al grido di “Prima la Patria.” Ci sono poi Cesare, aspirante suicida che casualmente entra a far parte della “squadra” e presto si affezionerà in modo tenero quanto morboso al problematico Igor; Mosquito, un carcerato aspirante attore costretto ai lavori socialmente utili, grazie ad un accordo tra il direttore del carcere e Clara che, non senza egoismo, lo sfrutta per accedere ai fondi europei; Mohamed, professore universitario in Libano e rider sottopagato e sfruttato in Italia. Infine, Hope, lavapiatti etiope che nasconde un grande segreto e obiettivi moralmente discutibili…
Come spiegano i registi, è il racconto di una solitudine sociale personale dove ogni uomo, ma in fondo un’intera umanità, affronta quotidianamente quell’incolmabile vuoto che sta per travolgere la sua esistenza. Siamo di fronte al disfacimento di una civiltà, alla dissoluzione delle relazioni e dell’amore in tutte le sue accezioni, all’azzeramento del ragionamento e del vero “incontro” a favore di dinamiche sempre più malate tra le quali un’insensata autoreclusione nel mondo parallelo del Web, pericoloso sostituto del mondo reale. Il risultato è la più totale solitudine esistenziale, un’avversaria molto più temibile dell’Isis. L’alimentazione, il rapporto con il cibo come forma di compensazione al dolore, come alienazione di un Occidente decadente e sovralimentato, sempre più distratto e imprigionato dai suoi passatempi superflui, la questione ambientale, la solitudine e la responsabilità: sono questi i temi attorno ai quali di sviluppa il mondo di Miracoli metropolitani. Insomma, un mondo stupido…. Uno spettacolo dove si ride, ma dove non si sta ridendo affatto.
Nella loro cucina sgangherata, i protagonisti devono vedersela con ricette assurde per comporre alla meglio il menù europeo, quello asiatico o africano… spesso usando prodotti precotti e presurgelati dalla dubbia provenienza, esclusivamente per soddisfare le richieste di un mercato globale che vuole nutrirsi sempre di più e pagare sempre di meno.
Per restituire al pubblico la concretezza delle tematiche trattate, in Miracoli metropolitani si cucina davvero, favorendo così anche una forte connessione emotiva fatta di rumori, odori e sapori immaginati.