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Natale 2025
«Il cappello di paglia di Firenze» è andato in scena al Comunale

Maggio Musicale: debutta tra gli applausi «Il cappello di paglia di Firenze»

«Il cappello di paglia di Firenze» è andato in scena al Comunale
«Il cappello di paglia di Firenze» è andato in scena al Comunale

FIRENZE – Un autentico piccolo gioiello del teatro musicale novecentesco. «Il cappello di paglia di Firenze» di Nino Rota ha confermato le attese della vigilia al debutto, ieri sera al Teatro Comunale di Firenze, proprio nel giorno di quello che sarebbe stato il suo centoduesimo compleanno.

LA SCENA – Molto gradevole, dal punto di vista visivo, l’allestimento curato da Andrea Cigni (regia), Lorenzo Cutùli (scene e costumi), Luciano Roticiani (luci). La scena, molto semplice, è costituita da cartelloni pubblicitari parigini che circondano una pedana inclinata con una veduta di Parigi in bianco e nero; alcuni oggetti, portati da quattro bravissimi camerieri-mimi, suggeriscono i vari ambienti in cui si svolge la farsa: un letto, un sipario con pubblicità dei cappelli di paglia per la scenetta nell’atelier della modista, davvero fantastica, enormi finte cibarie per il banchetto dalla baronessa, un paravento con una mano che fa le corna da una parte e una testa taurina dall’altra per la camera di Beaupertuis (alla cui comparsa si illumina sullo sfondo anche il manifesto del film «L’infidèle»), infine la garitta della guardia e la sagoma di un portone con l’indirizzo di Fadinard.

Una scena de «Il cappello di paglia di Firenze»
Una scena de «Il cappello di paglia di Firenze»

L’AMBIENTAZIONE – Come pare ormai inevitabile nelle regie d’opera contemporanee, l’ambientazione è spostata in avanti di cent’anni, dalla metà dell’Ottocento (epoca di composizione della farsa teatrale) alla metà del Novecento (epoca di composizione dell’opera musicale); poco male, alla perfine, per il contrasto fra il libretto che insiste su cavalli, carrozze e schiocchi di frusta mentre come rumore di sottofondo all’arrivo degli invitati si sentono motori e clacson; avrebbero però potuto risparmiarsi l’aggiornamento al XXI secolo della battuta di Fadinard, che nel libretto, quando si accorge che Beaupertuis ha capito che la moglie sospettata d’adulterio si trova da lui, prova a sviarlo dicendo: «La donna … a casa mia / non è una donna … È una negra!», diventato in scena un “politically correct” ma abbastanza insensato «è una racchia!». Con quest’impostazione, bisognerebbe bandire dai teatri anche «La fanciulla del West, perché dileggia gli Indiani d’America, o la «Butterfly» che spregia i giapponesi, o «Un ballo in maschera» o chissà quanti altri popolarissimi classici … Meglio educare piuttosto il pubblico, specie quello più giovane, a riconoscere quanti progressi si sono compiuti in fatto di antirazzismo dall’epoca in cui le opere sono state composte, quando era normale considerare subumano o quasi chiunque non fosse di razza bianca.

I COSTUMI – Nonostante l’aggiornamento cronologico, i costumi indossati dal cast sono comunque graziosissimi e la vista rimane molto soddisfatta. Lo spettacolo scorre con leggerezza; la recitazione, benché gli attori siano in parte giovani all’inizio della carriera, è evidentemente molto curata e si muove con gran sicurezza il coro, che, impersonando gli invitati del matrimonio costretti a peregrinare per Parigi e dintorni dal mattino a notte fonda, viene fatto transitare anche in mezzo alla platea (una trovata sempre d’effetto, se chi canta sa il fatto suo come in questo caso).

LA PARTITURA – Uno spettacolo da vedere e ascoltare, anche per il valore dell’opera di Rota in sé: al di là della semplicità di facciata, la partitura è ricchissima, traboccante di allusioni, spesso in chiave umoristica, alla tradizione colta dell’opera europea e a una quantità impressionante di altri generi musicali dell’Otto e del Novecento (è risaputo, del resto, che Nino Rota teneva spessisimo la radio accesa per captare il più possibile le novità musicali del suo tempo), con qualche autocitazione, eventualmente aggiunta al momento di rappresentare per la prima volta l’opera nel 1955 dopo averla dimenticata per nove anni in un cassetto. Sia benedetto Simone Cuccia, cui Rota l’aveva fatta sentire al pianoforte in fase di composizione e che se ne ricordò quando divenne sovrintendente del Teatro Massimo di Palermo! Non c’è quasi situazione topica del «Cappello di paglia» che non strizzi musicalmente l’occhio a situazioni analoghe nelle opere “serie”: Puccini a volontà fin dalla prima aria di Fadinard da solo (“Tra un’ora sarò sposo”), Rossini (per le scene comiche, specie il finale in cui rimbalza la frase “Io casco dalle nuvole”) e in genere il belcanto, Verdi, e poi Bizet, Stravinsky, Ravel, perfino Wagner, il tutto mixato con l’operetta francese, Gershwin, il musical stile Broadway (da Rota conosciuto direttamente quando studiava negli Stati Uniti), il cafè chantant, la canzone napoletana… Il risultato è un’opera straordinaria, traboccante d’arte e d’umorismo.

LA TRAMA E LE ORIGINI

IL CAST – Dal punto di vista vocale, nel cast spicca Laura Giordano, leggiadra sposina Elena; Fadinard (Filippo Adami, già protagonista della passata edizione), ha una voce un po’ leggera, ma un indubbio spiccato talento anche come attore e riesce del tutto convincente; esilarante tutta la scena di Fadinard-finto Minardi alle prese con la garrula baronessa di Champigny (Romina Tomasoni, voce alquanto perfettibile, ma ottima verve comica) e il fatuo effeminato visconte Achille di Rosalba (Saverio Bambi, bizzarramente agghindato e ridicolmente svenevole). Nel complesso, lo spettacolo tiene e supera la prova anche il giovanissimo direttore (Andrea Battisoni, classe 1987).

Da non perdere assolutamente, profittando delle numerose soluzioni a prezzo scontato offerte dalla biglietteria; da evidenziare quella per i giovani under trenta, che, se acquistano quattro biglietti, li vanno a pagare solo 10 euro l’uno: meno del prezzo di un film in 3D, per uno spettacolo sicuramente più formativo e indubbiamente divertentissimo.

DirettoreAndrea Battistoni

RegiaAndrea Cigni

Scene e costumiLorenzo Cutuli

Interpreti:

  • FadinardFilippo Adami, Enea Scala(4, 6, 10)
  • NonancourtGianluca Buratto, Salvatore Salvaggio(4, 6, 10)
  • BeaupertuisMauro Bonfanti, Filippo Fontana(4, 6, 10)
  • Lo zio VézinetStefano Consolini
  • EmilioFrancesco Verna, Nicolò Ceriani(4, 6, 10)
  • FeliceGregory Bonfatti
  • Achille di RosalbaSaverio Bambi
  • Una guardiaLeonardo Melani
  • Un caporale delle guardieNicolò Ayroldi, Massimo Egidio Naccarato(5, 6),Vito Roberti(7, 10)
  • MinardiLadislao Horvath
  • Il pianista della BaronessaAndrea Severi
  • ElenaLaura Giordano, Sandra Pastrana(4, 6, 10)
  • AnaideMarta Calcaterra
  • La Baronessa di ChampignyRomina Tomasoni, Agostina Smimmero(4, 6, 10)
  • La modistaIrene Favro

Orchestra e Coro del Maggio Musicale Fiorentino

Maestro del CoroLorenzo Fratini

Teatro Comunale – Corso Italia 12 – Firenze

  • Martedì 3 dicembre, ore 20.30
  • Mercoledì 4 dicembre, ore 20.30
  • Giovedì 5 dicembre, ore 20.30
  • Venerdì 6 dicembre, ore 20.30
  • Sabato 7 dicembre, ore 15.30
  • Martedì 10 dicembre, ore 20.30*

* Coop Day – Serata per i soci Unicoop Firenze al prezzo unico di 25 €, in vendita alla Biglietteria del Teatro Comunale e nei punti vendita Boxoffice.

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