Draghi negli Usa: “Bene sostegno a Ucraina, ma ora parliamo di pace”. A Mariupol i russi attaccano l’Acciaieria coi carri armati
WASHINGTON – Sostenere l’Ucraina è giusto, ma ora bisogna cominciare a parlare di pace. L’ha detto il presidente Draghi negli Usa. Che ha aggiunto: “L’incontro di ieri con il presidente Biden è andato molto bene. In questo incontro ci siamo trovati d’accordo sul fatto che bisogna sostenere l’Ucraina – ha esordito il presidente Draghi – ma bisogna anche cominciare a parlare di pace. E deve essere una pace che vuole l’Ucraina’. “Abbiamo concordato che occorre continuare a sostenere l’Ucraina e a fare pressione su Mosca ma anche cominciare a chiedersi come si costruisce la pace. Il percorso negoziale e’ molto difficile ma il primo punto punto e’ come costruire questo percorso negoziale, deve essere una pace che che vuole l’Ucraina, non una pace imposta”.
KIEV – L’acciaieria Azovstal “è attualmente attaccata dagli invasori russi non solo con aerei e artiglieria, ma anche con carri armati che stanno cercando di sfondare”. Lo riporta Ukrinform citando il consigliere del sindaco di Mariupol, Petro Andryushchenko, su Telegram. “Ora l’Azovstal viene attaccata non solo dal cielo e con l’artiglieria, ma anche con i carri armati. Sul sito c’è un incendio”, ha annunciato Andryushchenko.
La Russia sta bombardando le regioni di Chernihiv a Nord e Sumy a Nord-Est quotidianamente e ripetutamente per tutto il giorno, secondo il portavoce del Servizio delle guardie di frontiera ucraine Andriy Demchenko citato da Interfax Ukraine. Adesso “non c’è la solita protezione delle frontiere con il pattugliamento lungo la linea di confine, poiché c’è il pericolo delle mine nella zona, delle operazioni di gruppi di sabotaggio e soprattutto i bombardamenti effettuati dalla Russia dal suo territorio sull’Ucraina. E questo avviene ogni giorno, soprattutto nelle regioni di Chernihiv e Sumy, e ripetutamente durante il giorno”, ha detto Demchenko in un briefing.
“Il Servizio di frontiera di Stato all’interno degli oblast di Kiev, Chernihiv e Sumy ha il controllo di frontiera su quasi 1.200 chilometri, due terzi dei quali al confine con la Russia”, ha annunciato durante un briefing il direttore del Dipartimento di Stato per la protezione delle frontiere, Leonid Baran, secondo quanto riportato dall’agenzia Unian.