Ucraina: Draghi, Macron e Scholz a Kiev per sostenere Zelensky
KIEV – Ribadire il sostegno all’Ucraina e tentare allo stesso tempo di esplorare possibili vie d’uscita dal conflitto, che si porta dietro la drammatica appendice della crisi del grano. Mario Draghi, Emmanuel Macron Olaf Scholz arrivano a Kiev per un faccia a faccia con Volodymyr Zelensky.
Per dare prova di compattezza europea, e magari per indicare una linea non necessariamente identica a quella degli americani. Alla vigilia della missione e’ stato il capo dell’Eliseo a smarcarsi piu’ nettamente dall’intransigenza di Washington nei confronti del Cremlino: “Il presidente ucraino e i suoi funzionari dovranno negoziare con la Russia – ha sottolineato dalla Romania -, noi faremo di tutto per fermare le forze russe e aiutare gli ucraini e il loro esercito”. Il presidente francese del resto e’ il leader occidentale che piu’ ha dialogato con Putin, invocando la necessita’ di “non umiliare” Mosca. Anche a costo di far infuriare il governo ucraino.
Centrale nell’incontro a quattro sara’ anche il tema dell’adesione di Kiev all’Ue. La Commissione si appresta a dare proprio il parere favorevole, ma da quel momento in poi la strada sara’ in salita perche’ l’unanimita’ necessaria al Consiglio non c’e’. Tra i piu’ cauti ci sono proprio la Germania e la Francia, e non a caso Macron ha rilanciato la sua proposta di creare una comunita’ politica europea allargata per accogliere l’Ucraina, in attesa che l’iter di adesione si concluda. Draghi finora si e’ mostrato piu’ determinato e aperto nel sostenere lo status di candidato per Kiev, ma anche da Roma si e’ sempre riconosciuto che il percorso di adesione dovra’ avvenire seguendo la (lunga) tempistica dei Trattati.
Con Zelensky i leader faranno il punto della situazione anche degli sforzi di mediazione portati avanti da partner come la Turchia, soprattutto per sbloccare i raccolti di grano dell’Ucraina. E probabilmente a Kiev si parlera’ anche di armi, in vista del vertice della Nato di Madrid. Kiev continua a sollecitare nuove forniture da parte degli europei, finora considerati troppo timidi su questo fronte. Mentre invece Biden ha appena promesso un altro miliardo di dollari in aiuti, inclusa artiglieria e sistemi missilistici avanzati.
La missione di Draghi, Macron e Scholz a Kiev non sara’ affatto semplice. Ma pur con tutte le difficolta’ del caso (e le diffidenze di Kiev), servira’ comunque a dare un segnale chiaro a Putin. “Pensava di dividerci ma ha fallito”, ha ripetuto più volte il presidente del Consiglio nelle scorse settimane.