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Renzi segretario del Pd: «Il meglio deve ancora venire»

RENZI PRIMARIE

FIRENZE – Matteo Renzi è il nuovo segretario del Partito Democratico. Il risultato delle primarie è netto: a scrutini quasi ultimati la sua maggioranza sfiora il 70%. Gianni Cuperlo si arresta al 18%, Giuseppe Civati al 14%.

La sala dell’ObiHall a Firenze è stracolma. La canzone più ricorrente è «Ti porto via con me» di Jovanotti. Il neo segretario del Pd è in ritardo sull’orario previsto delle 22, che lui stesso ha annunciato su Twitter. «Comincia a farsi aspettare» commenta sorridendo qualcuno, ma intanto agita la bandiera del Pd in segno di festa. Molte anche le bandiere tricolori in sala.

Ore 22.28 Eccolo su palco. «La prima parola è il mio più grande grazie a tutti». Anche all’avversario amico Pippo Civati, cui non risparmia la prima stoccata: «Non avremmo mai detto che in soli tre anni la Leopolda sarebbe stata la maggioranza del Pd». Poi un grazie alla famiglia, ai figli, alla moglie con un quasi sibillino: «Grazie ad Agnese, lei sa perché».

ALIBI – «Da oggi non c’è più alibi, il tempo per andare verso il cambiamento è finito». Chi è andato a votare oggi non ci ha dato solo 2 euro – dice il neo segretario – «ma l’idea che si possa ancora credere in qualche cosa».

RenziTOCCA A NOI – «Oggi che abbiamo vinto, pensiamo a tutte le volte che abbiamo perso. Tocca ad una nuova generazione, che non farà a meno dell’esperienza degli altri. Ma guideremo noi la macchina. Tocca a noi. E non ci tiriamo indietro».

EUROPA – «Noi siamo cresciuti in un mondo orfano della politica, dove ci hanno consegnato l’euro, ma non l’Europa. Con molti tecnici, bravi con le slides ma poco avvezzi a calcolare che ci sono anche le persone e non solo i numeri»

BIPOLARISMO – «Se dopo la sentenza della Corte Costituzionale ci fosse qualche politico di lungo corso che avesse aperto una bottiglia di spumante per festeggiare il ritorno al proporzionale, ecco con il voto di oggi quella bottiglia gliela abbiamo mandata a traverso. Oggi il bipolarismo è salvo».

LA FINE DELLA SINISTRA – «Questa non è la fine della sinistra, ma di un gruppo diregente della sinistra. Stiamo cambiando giocatori, non andiamo dall’altra parte del campo. Cambiamo i giocatori che hanno bisogno di sostituzione» dice l’ex rottamatore raccogliendo l’applauso più lungo della serata. «Basta sentirsi raccontare quanto è bella la loro storia. Ora dobbiamo scriverla noi la storia».

IL SINDACATO – «Non basta l’iscrizione ad un sindacato per fare carriera – ha quindi detto Renzi – il sindacato deve cambiare con noi. Abbiamo avuto voti per scardinare il sistema, non per cambiare i gruppi dirigenti».

LE CORRENTI – «Ciascuno di noi deve mettersi in gioco. Tutte le correnti saranno eliminate, a cominciare da quella dei Renziani, ammesso sia mai esistita. Il meglio deve ancora venire. Da domani ci divertiamo insieme». E qui gli applausi sono stati ancora tanti, ma di minore intensità.


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Sandro Addario

Giornalista

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