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Slogan contro il razzismo e la strage di piazza Dalmazia

Cittadinanza italiana ai tre senegalesi sopravvissuti alla strage di piazza Dalmazia

Slogan contro il razzismo e la strage di piazza Dalmazia
Slogan contro il razzismo e la strage di piazza Dalmazia

FIRENZE – Moustapha Dieng, Cheikh Mbengue e Mor Sougou hanno ricevuto oggi dal Consiglio dei Ministri la cittadinanza italiana su proposta del Ministro dell’Interno Anna Maria Cancellieri. Sono i tre senegalesi sopravvissuti alla strage razziale consumatasi il 13 dicembre 2011 in piazza Dalmazia che costò la vità a tre persone, compreso l’attentatore. “E’ un riconoscimento dovoroso – si legge nella nota diffusa dal Cdm – e di concreta solidarietà della Nazione verso i signori Dieng, Mbengue e Sougou”.

Oggi Moustapha Dieng, 39 anni, è ancora ricoverato all’ospedale di Careggi, costretto a letto per una lesione al midollo spinale provocata dal colpo di pistola esploso dal killer. Cheikh Mbengue, 44 anni, per le ferite riportate ha ancora forti dolori alle braccia e all’addome che gli impediscono di lavorare. Passa le sue giornate a casa, con la moglie e i tre figli piccoli: ”sono contento della cittadinanza – dice -. E’ una cosa bella, vuol dire che gli italiani sono vicini ai senegalesi”. Poi aggiunge: ”da quel giorno, non posso più lavorare e ho sempre dolore perché una pallottola mi ha bruciato l’intestino. Devo prendere tantissime medicine e fare controlli”. Con lui quando Casseri ha sparato c’era Mor Sougou, 34 anni: rimasto ferito alle braccia, sta meglio, anche se ha ancora forti dolori, e si trova in Senegal per visitare la sua famiglia.

Si tratta senza dubbio di una pagina drammatica, forse tra le più tristi della storia, quella che la città di Firenze ha scritto due anni fa quando gli ambulanti senegalesi, Mor Diop e Samb Modou, persero la vita. Ad aprire il fuoco al mercato di Piazza Dalmazia prima, e a quello di San Lorenzo poi, fu il militante dell’estrema destra Gianluca Casseri, che subito dopo si tolse la vita. Un gesto estremo che portò più di 350 senegalesi a sfilare – comprensibilmente non senza rabbia – tra le vie del centro storico al grido “Vergogna, vergogna! Fuori i razzisti da questa città”. Le istituzioni allora tennero a precisare che Firenze non avrebbe mai tollerato atti simili, protagonisti solo dei più crudi film di far west. “Sono scene che non vorremo più rivedere”, aveva commentato l’assessore alla Mobilità Massimo Mattei che rivolgendosi ai senegalesi aveva aggiunto:per noi qui non siete stranieri e nemmeno ospiti, siete nostri fratelli. Ricordiamo che questa città è un crocevia di culture diverse e tale deve rimanere”. Un invito insomma alla non violenza – sostenuto pure da Pap Diaw, uno dei maggiori rappresentanti della comunità senegaleseche dovrebbe fare scuola a quelle realtà in cui discriminazione e intolleranza sono ancora, purtroppo, pane quotidiano.

Hassan Kebe, il vicepresidente della comunità senegalese di Firenze si definisce felice per la notizia della cittadinanza italiana ai suoi connazionali e svela: ”Ci speravamo, ma non ce lo aspettavamo in una situazione politica delicata come quella di ora. Diciamo un grazie a chi ha pensato a noi, ai politici locali, al presidente della Regione Enrico Rossi e al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano”.


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stefania ressa

Giornalista

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