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L'aula del processo d'appello bis di Firenze

Omicidio Meredith, legale della famiglia Kercher: «Chiediamo giustizia»

L'aula del processo d'appello bis di Firenze
L’aula del processo d’appello bis di Firenze

FIRENZE – «Chiediamo alla Corte verità e giustizia per un atroce delitto commesso con precisa coscienza e volontà». Lo ha detto l’avvocato Vieri Fabiani, uno dei legali della famiglia Kercher, parlando al processo d’appello bis di Firenze per il delitto della giovane studentessa inglese Meredith Kercher, avvenuto a Perugia la notte del 1 novembre 2007, che vede imputati Raffaele Sollecito e Amanda Knox.

«Gli imputati Amanda Knox e Raffaele Sollecito e il condannato Rudy Guede, quando hanno ucciso Meredith Kercher, erano in preda all’eccitazione e questo scatenò la furia omicida, anche perché, con le droghe e l’alcol assunti, le loro menti erano prive di freni inibitori» ha spiegato l’avvocato Fabiani.

Fabiani si è soffermato in particolare sulla condannata di Rudy Guede, ricordando che la sentenza è stata pronunciata dopo il primo grado di Perugia. E nella sentenza nei confronti di Guede, Fabiani ha precisato che è stato condannato in concorso con altri due che incidentalmente sono stati individuati in Sollecito e Knox, di cui è documentata la responsabilità e la presenza sul luogo del delitto. L’avvocato Fabiani ha definito Sollecito e Knox persone «ad altissima capacità criminale» e ha smentito l’immagine di un delitto senza movente.

«Dopo l’omicidio subentrò la paura, il terrore – ha continuato Fabiani nella sua ricostruzione- ed allora si arrivò a simulare un furto, ad accusare Patrick Lumumba, a mistificare, peraltro in modo maldestro, per scacciare dalla propria mente il crimine commesso».

«Per la famiglia Kercher è insopportabile che Amanda Knox sul suo sito internet inviti a raccogliere offerte in memoria di Meredith». Lo ha detto l’avvocato Francesco Maresca, legale dei genitori e dei fratelli di Mez, parlando nell’aula della di Firenze. Maresca ha poi puntato il dito contro Knox per il suo libro per cui ha firmato contratti milionari e che si serve anche di una persona per gestire le pubbliche relazioni. Ha invitato la Corte a dimenticare anche «quei giornalisti che si ispirano alla libertà di delirio e non alla libertà di stampa».

«Amanda ha sempre ripetuto che Meredith era sua amica. Non è un’irriverenza che ciò lo manifesti anche sul suo sito internet». Così l’avvocato Luciano Ghirga, difensore di Amanda Knox, ha commentato le parole dell’avvocato Francesco Maresca, legale della famiglia Kercher, che ha definito «insopportabile» che l’imputata americana sulla propria pagina web inviti a donazioni in memoria di Mez.


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Massimiliano Mantiloni

Giornalista

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