Concordia, il generatore di emergenza della nave era in corto
GROSSETO – Il generatore d’emergenza, che avrebbe potuto dare energia fondamentale alla Concordia nei momenti dello sbandamento dopo l’urto contro gli scogli dell’Isola del Giglio, «ebbe un cortocircuito ma non sapevamo la causa, certo è che il generatore d’emergenza alimenta timoni, pompe di emergenza, sistema antincendio, utenze di base per la nave, come gli ascensori, e sbracci per le scialuppe». Lo ha testimoniato a Grosseto l’electronic officer della Costa Concordia, Ciro Iosso.
Sul funzionamento del generatore è previsto un supplemento di perizia a bordo del relitto proprio il prossimo gennaio e il pm Maria Navarro stamani ha insistito con domande mirate a chiarire anche questo aspetto del naufragio in un’udienza dedicata ai guasti tecnici della nave.
«Ho trovato interruttori da 440 v saltati -ha detto Iosso- credo per cortocircuito, significa che c’era stata energia e che il diesel d’emergenza ha agganciato qualche minuto prima di bloccarsi. Quattro giorni prima c’era stato un test nel porto di Barcellona ed era andato bene». Il teste ha confermato anche il surriscaldamento del generatore e il quasi immediato guasto alla ventola di raffreddamento ma «non pensavamo che ci fosse stato un urto tale da intaccare la struttura elettrica della nave, nessuno ce lo disse. Ad ogni modo con l’acqua arrivata al ponte zero era finita. Tecnicamente potevamo avere anche i generatori asciutti, ma con il quadro elettrico principale perso e la sala Pem (i motori elettrici alimentati dai diesel) persa, la nave non ebbe più navigabilità».