Omicidio Meredith, difese: «Il cambio di movente è una debolezza dell’accusa»
FIRENZE – «Il continuo cambio di movente è una debolezza per l’accusa». Lo ha detto uno dei difensori di Amanda Knox, l’avvocato Carlo Dalla Vedova, nell’arringa al processo per l’omicidio di Meredith Kercher. La difesa ha chiesto l’assoluzione.
Per il pg di Perugia l’omicidio avvenne per la degenerazione di un gioco erotico. Il pg di Firenze ha parlato di una lite dovuta al comportamento di quella sera di Guede e alimentata da passati attriti fra Amanda e Meredith.
L’avvocato ha ricordato anche il diario di Amanda, che scrisse di aver temuto di morire perché in carcere le avevano detto, sbagliando, che aveva l’Aids. «Forse -ha detto il legale- fu un modo per metterla sotto pressione».
Per l’altro difensore, Luciano Ghirga, «sono gli atti a dimostrare l’innocenza di Amanda. Una vita, quella di Meredith, è irrimediabilmente perduta e con la condanna, un’altra verrebbe travolta. Per noi la sentenza di giustizia è una sentenza di assoluzione di Amanda Knox».
«Sul movente il pg ha fatto un po’ come la Concordia, ha preso uno scoglio, facendo affondare l’accusa -ha detto l’avvocato Carlo Dalla Vedova- C’è carenza di prova e davanti al dubbio bisogna assolvere». Ricostruendo l’omicidio Dalla Vedova ha sottolineato un dato di fatto, la condanna di Guede e le dimensioni della stanza, dove più persone non possono muoversi. «Ci fu un attacco frontale -ha detto- prima una coltellata, poi l’urlo e quindi la reazione violentissima dell’aggressore».
L’avvocato Luciano Ghirga ha spiegato in udienza durante l’arringa che la decisione dell’imputata di non tornare in Italia per il processo è stata dettata dal suo stato emotivo «molto turbato». Da qui la decisione di Knox di inviare alla Corte una lunga lettera.