Renzi: «Legge elettorale e riforme con tutti»
FIRENZE – «Le riforme costituzionali e la legge elettorale si fanno con tutti. Ce ne sono tanti, il punto è se c’è la volontà politica». Lo annuncia Matteo Renzi a «#matteorisponde», l’appuntamento che il nuovo segretario del Pd ha introdotto durante la campagna elettorale per le primarie per rispondere alle domande dei follower su Twitter.
Sullo scontro con il Movimento 5 Stelle Renzi torna a chiedere a Grillo di firmare per il taglio di 1 miliardo di costi della politica: «Questi partiti prendono sempre meno soldi con il passare del tempo. Dico a Grillo, è giusto partire dai 40 milioni del Pd, ma c’è la possibilità di far risparmiare allo stato un miliardo di euro. Bisogna però che i senatori del Movimento Cinque Stelle firmino con noi per azzerare l’indennità. Perché i Cinque Stelle parlano dei 40 milioni di euro e non parla del miliardo. Significa che non hai intenzione di tagliare i costi della politica, ma che vuoi solo fare polemica con il Pd. Mi viene il dubbio che i Cinque Stelle non vogliano cambiare, ma solo protestare». E rivolto al leader 5Stelle: «O Beppe non controlla i suoi senatori, che è un’ipotesi, oppure non vogliono fare politica nell’interesse dei cittadini. Io sono molto fiducioso».
In merito alla riforma della costituzione da un parlamento delegittimato: «Non è vero che il parlamento è delegittimato. Il parlamento ha tutti i titoli per intervenire. Chi dice il contrario punta all’immobilismo».
Renzi ha sollecitato una riforma della giustizia: «Non possiamo continuare a perdere tempo e non solo perché c’è una grande questione legata alla sentenza di Strasburgo, ma perché è in giusto nel senso di in-giusto, priva la giustizia. Non si può aspettare che si riformi la giustizia solo per gli amici degli amici».
Renzi è pronto a sostenere il governo fino alla fine del mandato, se farà le riforme: «Lo abbiamo detto in tutte le salse. Anche perché il Pd vuole cambiare l’Italia, sul serio. Dal punto di vista personale converrebbe andare subito alle elezioni, ma dobbiamo guardare al bene del paese».
A proposito dei mandati da parlamentare: «Mi accontenterei che si rispettasse lo statuto del Pd che ne prevede tre, sarebbe già un passo in avanti».
Sulle privatizzazioni. «Se si fanno, si fanno perché sono giuste, non perché fanno cassa. Ce ne sono fatte bene e ce ne sono fatte male, il tema va affrontato esaminando caso per caso».
«Sono andato al Quirinale perché è giusto che il segretario del partito fosse al Quirinale. Sono andato via perché sono allergico ai buffet istituzionali. L’idea di stare a mangiare nei palazzi è brutto oggi» ha commentato Renzi in merito alle critiche che gli sono state rivolte dopo essere uscito prima dal Quirinale. Un gesto che era stato interpretato come uno sgarbo al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.