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Praga, vertice Ue: ritardi gas e politiche energetiche, Draghi accusa von der Leyen e i Paesi nordici

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Ursula von der Leyen e Mario Draghi EPA/ETTORE FERRARI / POOL

ROMA – Secondo un retroscena rivelato dalla Stampa, e non ancora smentito, Draghi, nell’ultimo o quasi suo incontro di vertice europeo a Praga, si sarebbe tolto qualche sassolino dalla scarpa nei confronti di von der Leyen e dei Paesi nordici per i ritardi registrati nella fissazione del price cap e nella politica comune energetica. Criticando soprattutto l’egoismo del tedesco Scholz.

A scatenare il suo disappunto è la questione attuale del prezzo del gas, su cui Bruxelles, dopo lunghe trattative fra gli Stati membri, è ancora spaccata. “Stiamo discutendo di gas da sette mesi. Abbiamo speso decine di miliardi dei contribuenti europei, serviti a foraggiare la guerra di Mosca e non abbiamo ancora risolto nulla. Se non avessimo perso così tanto tempo, ora non ci troveremmo sull’orlo della recessione”, avrebbe tuonato Draghi – a quanto riferisce il quotidiano torinese – lasciando di stucco i leader presenti.

Il messaggio chiaro sarebbe stato rivolto in primo luogo aUrsula von der Leyen, colpevole – secondo la visione di Draghi – di aver ceduto alle pressioni di tedeschi e olandesi. E quindi l’attacco ha coinvolto ancheOlaf ScholzeMark Rutte, accusati di aver rotto il “fronte della solidarietà europea”. La Germania perché, con una mossa solitaria, ha stanziato 200 miliardi di euro per frenare l’aumento del prezzo del gas, l’Olanda perché con la borsa di Amsterdam starebbe speculando sulla situazione energetica.

Inoltre, Mario Draghi avrebbe redarguito anche Macron per le dichiarazioni fuori luogo della ministra Boone contro Giorgia Meloni. Il presidente francese, imbarazzato, avrebbe promesso una dichiarazione riparatrice.

Insomma Draghi avrebbe voluto far notare giustamente che, mentre a parole tutti invocano unità di intenti con l’obiettivo di tutelare gli interessi dell’Europa, nei fatti ogni Nazione cerca di tirare l’acqua al proprio mulino. Questa volta il Premier ha puntato i piedi per terra chiedendo rispetto per l’Italia, in un momento molto complicato nel quale la mancanza di obiettivi comuni e il risorgere degli egoismi di ciascun Paese rischiano di far piombare l’Unione Europea in una profonda crisi.


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Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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