Skip to main content

Kiev: “Gli alleati chiuderanno i nostri cieli con sistemi antiaerei e antimissile”

Missile

KIEV- Su Twitter, Andriy Yermak, capo dello staff del presidente Zelensky, annuncia: “Un’altra Ramstein. È un evento storico, perché si decide di chiudere il cielo dell’Ucraina. Rafforzare lo spazio aereo e i sistemi di difesa missilistica è ciò di cui abbiamo bisogno. Siamo in costante dialogo con i nostri alleati. Ho discusso la questione dei moderni sistemi antiaerei e antimissile per l’Ucraina con Jake Sullivan”.

C’è stata l’epoca dei tank, quella dell’artiglieria, poi dei missili offensivi Himars, ora è arrivato il tempo dello scudo missilistico per proteggere i cieli ucraini dagli attacchi russi. “È la nostra priorità”, ha commentato il segretario generale della Nato in apertura della sesta riunione del gruppo di contatto per l’Ucraina a trazione Usa. Ed è stato proprio il capo del Pentagono, Lloyd J. Austin III, a tirare le somme a fine giornata: “Stiamo facendo il possibile per far avere quanto prima ciò che serve ai nostri amici ucraini”.

Il punto non è, a quanto pare, una mancanza di volontà. Ma di capacità produttiva. “Dopo anni di sotto-investimenti l’industria bellica non era pronta, la politica aveva altre priorità”, spiega una fonte alleata alquanto risentita. Adesso bisogna correre. Il tema è al centro dell’incontro dei ministri della Difesa della Nato, che inizia questa sera. A modo suo è una pietra miliare poiché i colleghi di Svezia e Finlandia sono presenti, in quanto Paesi invitati ad entrare nell’Alleanza; pure l’omologo ucraino Oleksij Reznikov vi prenderà parte.

“Abbiamo il processo di pianificazione, abbiamo gli obiettivi di capacità, abbiamo il lavoro sulla standardizzazione e l’interoperabilità: sono strumenti unici della Nato e ci permettono d’impegnarci con l’industria della difesa e di fornire la domanda a lungo termine di cui ha bisogno”, ha dichiarato Stoltenberg. Rifornire i magazzini svuotati non è solo decisivo per continuare ad aiutare l’Ucraina in questa fase decisiva della guerra – che “continuerà nel corso dell’inverno”, ha assicurato Austin – ma pure per garantire i bisogni interni e collettivi degli alleati. Certo, chiudere i cieli ucraini non è semplice.

Come ha notato il presidente dello Stato Maggiore Usa Mark Milley, serve “un mix di sistemi a corto medio e lungo raggio”, integrato coi radar e la catena di comando, con il relativo addestramento di chi lo deve usare. “Non è facile ma è fattibile e ci vorrà un pochino per arrivarci”. Comprensibile. L’Ucraina è stata sconvolta da un’ondata di strike russi come mai dall’inizio della guerra.

“Il mondo ha potuto vedere una volta di più la ferocia della Russia, che mira ai civili e commette crimini di guerra”, ha tuonato Austin. “Questo è quello che succede se le autocrazie si sostituiscono al sistema delle regole: le minacce nucleari di Vladimir Putin sono poi irresponsabili e non è quello che ci si aspetta da una grande potenza”.

Gli Usa, ha garantito, monitorano “24 ore su 24” le capacità atomiche di Mosca e finora non sono stati notati movimenti sospetti. “Ma – gli è stato chiesto – lo direte se accadrà?”. Ecco, su questo Austin ha glissato. Il tema è d’altra parte spinoso. “Le riunioni del comitato nucleare non sono più come quelle di una volta…”, ha confidato un’alta fonte diplomatica. E chi puntava (o sperava) sulla caduta di Putin, visti gli errori madornali sul campo, farà meglio ad abbassare le aspettative.

“Le informazioni che abbiamo – sussurra un altro diplomatico con accesso ai cables – ci dicono che Putin ha il pieno controllo dei servizi di sicurezza”. Non rischia, insomma. L’inverno sarà lungo.



Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Firenze Post è una testata on line edita da C.A.T. - Confesercenti Toscana S.R.L.
Registro Operatori della Comunicazione n° 39741