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Firenze, Maggio Musicale: un concerto fra il «Parsifal» di Wagner e i «Quattro pezzi sacri» di Verdi; sul podio Daniele Gatti

Daniele Gatti 2022 Foto Monasta
Daniele Gatti (foto M. Monasta)

FIRENZE – Domenica 16 ottobre alle 20 al Teatro del Maggio Musicale Fiorentino (Piazza Vittorio Gui) torna alla guida del Coro e dell’Orchestra del Maggio il direttore principale Daniele Gatti per il terzo appuntamento sinfonico del Festival d’Autunno dedicato a Giuseppe Verdi; in programma Quattro pezzi sacridi Giuseppe Verdi, tra le ultimissime composizioni del cigno di Busseto, pubblicati nel 1898 e alcuni brani strumentali dal monumentaleParsifaldi Richard Wagner: il Preludio dell’atto I, Verwandlungsmusik (atto I) e l’Incantesimo del Venerdì Santo (atto III). Composizioni che ruotano attorno al tema del sacro, del sentimento religioso e della Fede; solista nei Quattro pezzi sacri è il soprano Caterina Sala, una delle voci più promettenti del panorama nostrano.

Il programma sinfonico replica a Firenze quello che lo stesso Gatti, col Coro e l’Orchestra del Maggio, esegue il giorno prima a Parma nell’ambito del Festival Verdi 2022; così il maestro presenta il programma: “Per le due serate sinfoniche di ho voluto abbinare i Quattro pezzi sacri, l’ultima composizione di Verdi, con alcuni estratti del Parsifal che è l’ultima composizione di Richard Wagner: due grandi autori che si sono figurativamente ‘sfidati’ quasi due secoli fa e che hanno entrambi composto le ultime pagine musicali della loro vita ispirati dal cristianesimo. Unire questi due lavori, che segnano il capitolo finale sulla produzione di questi due grandi musicisti, penso che possa rendere i due concerti davvero interessanti”. Il maestro del Coro del Maggio è Lorenzo Fratini.

Il programma:

Giuseppe Verdi

Quattro pezzi sacri

Negli ultimi anni Giuseppe Verdi si riavvicinò al genere sacro componendo, in momenti distinti e per organici diversi, quattro brani corali – Ave

Maria, Stabat Mater, Laudi alla Vergine Maria, Te Deum – che su insistenze dell’editore Ricordi furono pubblicati insieme nel 1898 come Quattro pezzi sacri.

I brani sono quattro preghiere, quattro meditazioni sul senso della morte da parte del compositore che alla fine dei suoi anni si sente chiamato a fare i conti con il proprio sentimento religioso. Tre intonazioni su quattro sono dedicate alla Madonna mentre una è dedicata a Dio. Rivolgere la propria preghiera alla Vergine Maria è probabilmente il gesto più naturale per Verdi; in tanti anni di vita teatrale la figura femminile ha sempre rappresentato per lui la virtù, la redenzione, l’aspetto migliore dell’umanità rappresentata sulla scena. Nello Stabat Mater, per esempio, Maria è vista da Verdi innanzitutto come mater amorosa e dolorosa, una donna che piange ai piedi del Figlio in croce e condivide con lui sofferenze tutte terrene. Nella composizione emerge un’umanità ritratta nel suo terrore per l’ignoto; la stessa immagine della gloria in cielo è accompagnata sì da un’apoteosi sonora, come tradizione comanda, ma con una riserva finale, un’ultima dissonanza che pare disperdersi nel vuoto. Per la religiosità laica di Verdi sembra non esserci spazio per la speranza. Anche nell’ultimo dei brani, il Te Deum, domina lo stesso clima pessimistico: alla domanda del credente che affida la sua anima a Dio sembra non giungere una risposta affermativa. Per Verdi l’uomo si riconferma solo davanti all’eternità e al silenzio del cosmo.

Richard Wagner

Dal Parsifal: Preludio dell’atto I, Verwandlungsmusik (atto I) e l’Incantesimo del Venerdì Santo (atto III)

Tenuto a battesimo da Hermann Levi al Festival di Bayreuth il 26 luglio del 1882, Parsifal è l’ultimo dramma musicale di Richard Wagner. Nel mito medievale di Parsifal, cavaliere della Tavola Rotonda votato alla ricerca del Santo Graal, si ritrovano temi particolarmente congeniali alla poetica wagneriana. Il Parsifal di Wagner, il ‘puro folle’ perché inizialmente inconsapevole del proprio destino, è l’eletto alla conservazione e difesa della santa reliquia. Ma la via che porta alla rivelazione è lunga e disseminata di ostacoli e tentazioni che Parsifal dovrà affrontare. La sacralità del dramma viene espressa fin dalle prime battute del Preludio dell’atto I, in cui sono presenti due motivi chiave dell’opera articolati tra loro. Gli archi all’unisono intonano il tema dell’Ultima cena, una melodia dolce e dolente che si libra nello spazio sonoro mentre un corale di trombe e tromboni annuncia a gran voce il tema della Fede, via via contaminato di angoscia in una continua tensione cromatica. L’ingresso di Parsifal nella sala del Graal è anticipato da una pagina sinfonica particolarmente suggestiva, Verwandlungsmusik, che sottolinea il cambio di scena: Parsifal ode squilli di trombe in lontananza e un soave scampanio che si fa sempre più vicino. Dopo aver affrontato e sconfitto il mago Klingsor, rappresentante del mondo del Male, e riconquistato la Sacra lancia della salvezza, Parsifal vaga senza meta per un tempo indefinito, in un cammino di trasformazione spirituale. Temprato dalla sofferenza e spinto dalla fede, all’inizio del terzo e ultimo atto, giunge finalmente al castello di Montsalvat, tempio dei cavalieri del Graal. Il tempo della redenzione è giunto e dopo il rito dell’investitura e della benedizione impartita dall’anziano cavaliere Gurnemanz, Parsifal si avvia al castello. Risuona in orchestra l’Incantesimo del Venerdì Santo, un pannello sonoro di elegiaca bellezza che descrive il risveglio della Natura ai primi raggi del sole mattutino. Nell’avvolgente melodia degli archi fluttuano dolcemente le sonorità dei legni e risuonano come echi di giubilo in lontananza gli squilli degli ottoni: è il benevolo presagio della rinascita e della salvazione finale.

GIUSEPPE VERDI, Quattro pezzi sacri per coro e orchestra: Ave Maria, Stabat Mater, Laudi alla Vergine, Te Deum ; Voce solista in Te Deum: Caterina Sala, soprano

RICHARD WAGNER, da Parsifal: Preludio Atto I; Verwandlungsmusik, Atto I, per coro e orchestra; Karfreitagszauber (Incantesimo del venerdì santo), Atto III

Coro e Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino Direttore Daniele Gatti Maestro del Coro Lorenzo Fratini

Biglietti Visibilità limitata e ascolto: 15€ – Galleria: 25€ – Palchi B: 40€ Palchi A: 75€ Platea 4: 40€ Platea 3: 55€ Platea 2: 75€ Platea 1: 100€, in vendita senza sovrapprezzo anche direttamente sul sito del Maggio

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