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Natale 2025
Gaia Checcucci

Arno, Gaia Checcucci: “I finanziamenti non mancano, ma dobbiamo essere più veloci”

Gaia Checcucci
Gaia Checcucci, segretario dell’Autorità di bacino distrettuale dell’Appennino Settentrionale

FIRENZE – Arno, un pericolo da scongiurare. Che fare? Gaia Checcucci è alla guida dell’Autorità di bacino distrettuale dell’Appenino Settentrionale in qualità di segretario generale. Quindi torna a occuparsi anche della programmazione dell’Arno. La manager era stata, per sette anni, segretario dell’Autorità di bacino dell’ Arno. Incarico lasciato nel 2015 dopo aver vinto la selezione di Direttore generale al Ministero dell’Ambiente alla Direzione ”salvaguardia territorio e acque”.

AUTORITA’ DISTRETTUALI – In che cosa consiste il ruolo di Gaia Checcucci, oggi? “Nel quadro normativo attuale, e nelle politiche di mitigazione del rischio idrogeologico – spiega – le Autorità distrettuali sono pronte ad esercitare appieno la propria mission istituzionale, di cui più volte la Corte dei conti ha lamentato la mancanza in questi ultimi anni, come un vero e proprio vulnus del sistema: esse rappresentano infatti un organismo tecnico con una visione d’insieme – che supera i confini amministrativi! – che dovrà diventare sempre più incisivo nella gestione, programmazione e manutenzione del territorio. Un organismo, in sostanza, in cui i progetti, gli interventi e le misure programmate sul territorio vengono controllate e “validate” per certificarne, sin da subito e durante tutta la filiera decisionale e attuativa, la coerenza con gli strumenti di pianificazione di bacino /gestione e con le correlate priorità, non solo ai fini dell’ammissibilità al finanziamento delle stesse opere ma anche durante la fase di attuazione, progettazione ed esecuzione, che, ad oggi, nonostante i sempre più ampi poteri e le deroghe riconosciute ai Commissari di governo, continua a rappresentare la vera “criticità” del sistema. In
sostanza i soldi ci sono e sono prevalentemente destinati su progetti in essere, a causa dei tanti
ritardi nella progettazione e realizzazione”.

BOMBE D’ACQUA – “Per tutti questi motivi – spiega ancora Gaia Checcucci – è assolutamente prioritario esercitare appieno il ruolo delle Autorità nella prospettiva voluta dalla riforma distrettuale e da alcune recenti leggi, che vedono i Distretti destinatari diretti di linee di finanziamento, ad esempio nel settore idrico, con strategici ruoli propositivi e decisionali nella scelta degli interventi da finanziare. Per consolidare tale ruolo occorre rilanciare con i fatti il valore strategico e sovraordinato della pianificazione di bacino e di gestione, come unico masterplan di riferimento in materia di acque, alluvioni e frane: una pianificazione, incardinata sulle Autorità distrettuali, che accanto agli eventi storici, come l’alluvione del 1966, sia in grado di fornire adeguate e coerenti risposte anche in merito ai fenomeni sempre più legati al cambiamento climatico che – come testimoniano i mesi appena trascorsi – determinano anche nel nostro bacino un alternarsi continuo di “bombe d’acqua” e di periodi di scarsità idrica e di siccità. Solo una pianificazione così strutturata è, quindi, in grado di ispirare costantemente e definire, di concerto con i territori, gli interventi a breve, medio e lungo termine, per mettere in sicurezza il Paese, nell’ottica della più efficiente e sostenibile gestione delle risorse e di responsabilizzazione dei soggetti competenti”.

CABINA DI REGIA – Non basta: secondo la Checcucci occorre rilanciare con forza il ruolo degli Osservatori permanenti sugli utilizzi idrici, incardinati presso le Autorità di bacino, rafforzandoli nella loro operatività come vere e proprie cabine di regia operanti nei periodi di siccità a supporto delle decisioni degli organi di Governo. “Per tutti questi motivi – continua la sebretaria generale – diventa assolutamente non rinviabile dotare le Autorità di nuove e ulteriori risorse sia umane che economiche, nell’ottica di rafforzare il ruolo di coordinamento sul territorio di tali strutture come braccia operative e presidi del Ministero dell’Ambiente a supporto delle stesse Regioni, nella fase di progettazione e programmazione dello sviluppo territoriale e di attuazione degli interventi”.



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