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Migranti: Italia, Malta, Cipro e Grecia chiedono intervento Commissione Ue. “Ong sono fuorilegge”

Lampe
Migranti: maxisbarco a Lampedusa

Italia, Grecia, Malta e Cipro hanno scritto una lettera alla commissione Ue per chiedere un intervento europeo sui migranti. Problema non più rinviabile. Nella lettera, che è in sostanza un appello, si invoca anche la messa “fuorilegge” delle navi ong.

Tutto questo perché l’anno in corso ha visto aumentare, e di molto, gli arrivi in Italia, mentre le navi Ong stanno accelerando i soccorsi e i trasbordi dalle acque libiche, tunisine o di Malta verso l’Italia, soprattutto da quando è cambiato il governo, adesso a guida destra-centro. Ma la situazione è critica non solo in Italia, ma anche, con gravità meno accentuata, in Grecia, Malta e Cipro, anch’essi paesi d’approdo dei clandestini, assediati dalle navi Ong, nell’assenza di interventi della Ue.

Italia, Malta, Cipro e Grecia invitanole ong a “rispettare” la “cornice giuridica internazionale sulle operazioni di search and rescue”. “Ogni Stato – si legge nella nota – deve effettivamente esercitare la giurisdizione e il controllo sulle navi battenti la propria bandiera”. I quattro Paesi, inoltre, ritengono “urgente e necessaria” una discussione sul coordinamento delle Ong nel rispetto delle convenzioni internazionali”. “Tutti gli Stati di bandiera si assumano le loro responsabilità in conformità con i loro obblighi internazionali”.

In Italia l’ex disobbediente Luca Casarini, adesso manager della Ong Mediterranea Saving Humans, ha affermato in un dibattito televisivo che sarebbe pronta una flotta di navi a setacciare il Mediterraneo per recapitare in Italia i migranti “salvati da naufragio”. Intanto ben quattro contemporaneamente hanno assediato recentemente il porto di Catania, ingaggiando un braccio di ferro col governo.

DATI – Ad oggi, secondi i dati ufficiali del ministero dell’Interno, sono arrivati in Italia ben 90.297 persone, provenienti in maggioranza da Egitto e Tunisia, paesi dove non c’è la guerra. Quindi si tratta di migranti climatici o per motivi economici.
Ed è per questo, come riporta il Messaggero, che i nostri centri di accoglienza e quelli per i richiedenti asilo sono ormai allo stremo. I costi per l’accoglienza hanno superato i tre miliardi, e al 31 ottobre il numero dei migranti in accoglienza in Italia era di 103.161, di questi 68.962 sono nei centri, 32.397 nel sistema Sai .

DUBLINO – Quanto alle regole da seguire per arrivi, accoglienza e distribuzione di richiedenti asilo, migranti economici e clandestini, il Trattato di Dublino stabilisce i criteri per l’individuazione dello Stato membro competente a esaminare ogni domanda di asilo presentata sul territorio europeo, ed è appunto nello Stato individuato come competente che il richiedente asilo deve soggiornare in attesa della decisione sulla sua domanda. Per questo molti migranti sbarcati in Italia, viste le complicazioni e le lungaggini previste dalle procedure, preferiscono darsi alla macchia e distribuirsi autonomamente sul territorio, nella speranza di poter poi entrare in altri Stati Ue.

CLANDESTINI – Quando si tratta di migranti economici e di clandestini: se sono entrati irregolarmente in Italia e, durante la prima identificazione, ne sono state prese le impronte digitali, qualora, poi raggiungano la Germania o altri paesi Ue, questi ultimi potranno rispedirlo in Italia. Cosa che avviene puntualmente. Una regola che penalizza fortemente il nostro Paese, facendone il principale centro di raccolta di clandestini in Europa.

RENZI – Fin dai tempi del governo Renzi l’Italia ha cercato di far correggere questa stortura, ma invano. Agli altri Stati conviene che si continui così. Al massimo il contributo può essere di aiuti economici per sostenere il peso dell’accoglienza. Ma questa linea non regge più. Non ha torto Matteo Salvini quando afferma: “Visto che tutti si riempiono la bocca della parola solidarietà europea, vediamo di applicarla. Ormai l’hanno detto anche il Papa e Mattarella, l’Europa batta un colpo. Se nel corso di quest’anno fra le decine di migliaia, ormai siamo quasi a 90 mila, di immigrati arrivati in Italia la famosa solidarietà europea ne ha collocati 117 negli altri paesi, dove sta? Non può essere tutto sulle spalle di Italia, Spagna, Grecia o di Malta e Cipro. L’Europa è tutta Europa. O non è più nulla”.

ONG – Considerata questa situazione di obiettiva difficoltà, la Commissione di von der Leyen non ha avuto la forza d’imporsi agli Stati membri e, in tema di immigrazione, prevalgono ancora gli egoismi nazionali e non la solidarietà, invocata anche ieri, per l’ennesima volta, dal presidente Sergio Mattarella.

Proprio per questo i quattro Stati europei più penalizzati dall’immigrazione selvaggia, favorita dalle Ong, si sono alleati e hanno messo la Commissione Ue di fronte alle proprie responsabilità con una dichiarazione congiunta, firmata dai ministri dell’Interno di Italia, Malta e Cipro e dal ministro della migrazione e dell’asilo della Grecia. Eccola:

“In attesa di un accordo su un meccanismo di condivisione degli oneri che sia efficace, equo e permanente, non possiamo sottoscrivere l’idea che i Paesi di primo ingresso siano gli unici punti di sbarco europei possibili per gli immigrati illegali, soprattutto quando ciò avviene in modo non coordinato sulla base di una scelta fatta da navi private, che agiscono in totale autonomia rispetto alle autorità statali competenti. Ribadiamo la nostra posizione – si legge in una dichiarazione congiunta – sul fatto che il modus operandi di queste navi private non è in linea con lo spirito della cornice giuridica internazionale
sulle operazioni di search and rescue, che dovrebbe essere rispettata. Ogni Stato deve effettivamente esercitare la giurisdizione e il controllo sulle navi battenti la propria bandiera. Nel pieno rispetto delle competenze degli Stati costieri in conformità con il diritto internazionale, riteniamo urgente e necessaria una discussione seria su come coordinare meglio queste operazioni nel Mediterraneo, anche garantendo che tutte queste navi private rispettino le pertinenti convenzioni internazionali e le altre norme applicabili, e che tutti gli Stati di bandiera si assumano le loro responsabilità in conformità con i loro obblighi
internazionali. Chiediamo alla Commissione Europea e alla Presidenza di adottare le misure necessarie per avviare tale discussione”.

A Macron, Scholz, von der Leyen e Michel cominceranno a fischiare le orecchie. L’Italia non è più sola e si annuncia una battaglia aspra dei Paesi mediterranei contro gli Stati egoisti frugali e del Nord Europa, compresa la Francia. La Presidente Ursula non potrà più fare finta di nulla e girarsi dall’altra parte.

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