Cinema: morto Francesco Nuti. Dai Giancattivi a “Io, Chiara e lo Scuro” e “Caruso Pascoski”
ROMA – E’ morto a 68 anni, oggi 12 giugno 2023, a Roma, l’attore Francesco Nuti. Un mito per i toscani e non solo. Era malato da tempo. Lo rende noto la figlia Ginevra assieme ai familiari che ringraziano di cuore il personale sanitario e tutti coloro che hanno avuto in cura l’attore nel lungo periodo della malattia, in particolare il personale di Villa Verde di Roma. La stessa famiglia – comunica l’agenzia Galli Torrini – chiede che sia rispettato il momento di grande dolore e per questo motivo non rilasceranno dichiarazioni.
In pratica, Francesco Nuti ha vissuto due vite: la prima da attore e regista di cinema, interprete di quel tipo di commedia romantica e agro dolce che ha avuto grande presa sugli autori comici delle generazioni successive, che con la sua leggerezza è stato campione di box office negli anni ’80; la seconda, ormai vittima triste della crisi del suo stesso cinema comico, segnata da un calvario di cadute, incidenti, accidenti e malattie, che dal 2006 lo avevano reso semi infermo.
Attraverso una marcata cadenza dialettale e dando vita personaggi che giocano sul tentativo di riappropriarsi del ruolo dominante all’interno della coppia, Nuti ha interpretato commedie brillanti dai toni vagamente surreali che hanno avuto un successo strabiliante negli anni ’80 grazie a film come “Io, Chiara e lo Scuro”, “Casablanca, Casablanca”, “Tutta colpa del paradiso”, “Stregati”, “Caruso Pascoski di padre polacco”, “Willy Signori e vengo da lontano”, fino a “Donne con le gonne”, fortunata pellicola che nella stagione 1991/92 battè ogni record d’incassi, segnando il momento di maggior successo nella carriera diNUTIche di quel film fu sceneggiatore, regista e attore protagonista al fianco della bellissima Carole Bouquet.
Nato a Prato il 17 maggio 1955, Nuti esordisce come attore dilettante ancora studente, scrivendosi da sé i monologhi. Fu notato da Alessandro Benvenuti e Athina Cenci che lo vollero nel gruppo I Giancattivi, e proprio diretto da Benvenuti lavorò per la prima volta nel cinema in “Ad ovest di Paperino” (1981), rivisitazione del repertorio comico del terzetto toscano.
Abbandonato il trio, con il quale si era cimentato nel cabaret e aveva partecipato a trasmissioni televisive di successo, quali, per esempio, “Non stop” (1977-78) del regista Enzo Trapani su Raiuno, inizia la carriera solista prendendo parte, in veste di sceneggiatore ed interprete protagonista, ad alcuni film diretti da Maurizio Ponzi. Per la regia di quest’ultimo ha recitato in tre film che ne hanno messo in luce l’originale comicità: “Madonna che silenzio c’è stasera” (1982), in cui replica il personaggio del film di Benvenuti e che lo rende popolare anche grazie alla canzone “Puppe a pera”; “Io, Chiara e lo Scuro”, con Giuliana De Sio, per il quale si è guadagnato particolari consensi; e “Son contento” (1983). Sono tre pellicole che gli danno grande notorietà: in particolar modo il ruolo di Piccioli, presente nel secondo titolo, con cui si aggiudica il David di Donatello ed il Nastro d’argento come migliore attore protagonista.
Sulla scia del successo ottenuto, Nuti ha esordito anche nella regia, confermando i toni agrodolci della sua vena comica, con “Casablanca Casablanca” (1985), ancora accanto a Giuliana De Sio, che gli regala il secondo David di Donatello; il film, liberamente ispirato al classico “Casablanca” (1942) di Michael Curtiz, prosegue la storia di “Io, Chiara e lo Scuro”, ironizzando sui litigi di una coppia in crisi.
Sempre interprete dei suoi film, e spesso autore della sceneggiatura, Nuti si è mantenuto fedele a una comicità delicata, che però a tratti esplode in sfoghi nevrotici e attraverso la quale viene costantemente analizzato, in diversi contesti, il rapporto uomo-donna: da “Tutta colpa del Paradiso” (1985), con Ornella Muti, a “Stregati” (1986), da “Caruso Pascoski (di padre polacco)” (1988), con la sua fidanzata Clarissa Burt, lasciata per l’attrice Isabella Ferrari che dirigerà in “Willy Signori e vengo da lontano” (1989), fino a “Donne con le gonne” (1991). Nel frattempo si dedica anche alla musica.
Nel 1988 partecipa al Festival di Sanremo con la canzone “Sarà per te”, in seguito incisa anche da Mina, e, duettando con Mietta, con il brano “Lasciamoci respirare”, composto dal cantautore Biagio Antonacci. Seguono film meno baciati dal successo: “OcchioPinocchio” (1994), ambiziosa rivisitazione del burattino di Carlo Collodi; “Il signor Quindicipalle” (1998), con una prorompente Sabrina Ferilli, basato sulla passione dell’attore per il biliardo – già al centro di “Io, Chiara e lo Scuro” e “Casablanca Casablanca” -, “Io amo Andrea” (2000), da lui stesso prodotto, e “Caruso, zero in condotta” (2001). Dopo un periodo difficile, torna sul set con Benvenuti in “Concorso di colpa” (2005) di Claudio Fragasso, sua ultima interpretazione cinematografica.
I tiepidi consensi ai botteghini di fine anni ’90, non paragonabili ai successi del decennio precedente, provocano a Nuti una profonda depressione e problemi di alcolismo e le cronache del 2003 accennano anche a un tentato suicidio. Ma il destino ha un’ultima beffa per lui: alla vigilia del ritorno sul set, il 3 settembre 2006, cade dalle scale della sua abitazione e sbatte la testa; ricoverato d’urgenza al Policlinico Umberto I di Roma, a causa di un grave ematoma cranico, entra in coma, dal quale esce il 24 novembre 2006.
Viene trasferito nell’ospedale Versilia di Lido di Camaiore (Lucca), sede di un centro specializzato nella riabilitazione neuromotoria e nel febbraio 2009 torna nella sua casa di Prato, assistito dal fratello Giovanni, medico e compositore, suo collaboratore in diversi film: ma non sarà più autonomo, con difficoltà serie agli arti e difficoltà di linguaggio, costretto a vivere su una sedia a rotelle. Nel gennaio 2016 Nuti è salito alla ribalta della cronaca per una vicenda giudiziaria che lo ha visto coinvolto suo malgrado: il suo badante georgiano di 35 anni viene denunciato per maltrattamenti nei confronti dell’attore pratese da tempo immobilizzato a letto.
Un anno dopo il licenziamento, il georgiano viene arrestato perchè accusato di far parte di una banda di connazionali dedita ai furti nei negozi. Nel settembre 2016 Nuti viene ricoverato nel reparto di rianimazione del Cto dell’ospedale fiorentino Careggi per una emorragia cerebrale. Negli anni successivi è stato in cliniche riabilitative a Roma. Nell’estate del 2017 la figlia di Nuti, Ginevra, nata dalla relazione con l’attrice Anamaria Malipiero, rilasciò un’intervista affermando: “Adesso che sono maggiorenne ho chiesto di essere l’unica tutrice di mio padre. Penso che nessuno meglio di me possa prendersi cura di lui”. Ed è lei che lo ha seguito, passo dopo passo, fino alla fine.