Io, suora missionaria nelle carceri
FIRENZE – Sono suor Viera, Francescana dei Poveri e svolgo il mio volontariato all’interno di quattro carceri italiane. Ho iniziato questo servizio circa venti anni fa per puro caso ed ho visto quanto sia preziosa la presenza di una religiosa all’interno del carcere. Il mio compito è quello di ascoltare le loro sofferenze e aiutarli a fare un cammino di fede per vivere il meglio possibile la loro detenzione, portare dentro biglietti fatti da me, penne, francobolli, immagini sacre e braccialetti e i Tau di S. Francesco.
RECUPERO – Per esperienza posso dire che alcuni detenuti che hanno sbagliato la prima volta o che hanno commesso reati piccoli, non devono entrare in carcere ma in comunità specifiche che li aiutano a fare un percorso di recupero. Questo perché dentro vengono segnati per sempre da una sofferenza a volte disumana, che li segnano per tutta la vita creando disagio e sofferenze anche ai familiari stessi.
MISSIONI – Io sono sempre grata a Dio per l’intuizione che ha avuto fra Beppe Priori di fare le missioni dentro le carceri. Ringrazio chi ha accolto la proposta di fare quattro giorni di missione a Solliccianino. Si sono fidati e i risultati sono stati grandiosi, tutto si è svolto nella più totale serenità e semplicità francescana, ed abbiamo avuto una bella collaborazione con gli agenti di custodia. La presenza dei frati è stata significativa e importante per la maggior parte dei detenuti: appena li hanno visti entrare nei reparti si leggeva nei loro volti una grande meraviglia.
SOLLICCIANINO – L’esperienza dei detenuti di Solliccianino è stata straordinaria e particolare perché ognuno ha potuto sperimentare la gioia di una fratellanza mai sperimentata prima. Tutti sono stati coinvolti a condividere giorni diversi, fatti di colloqui personali sia nelle proprie celle, nei corridoi, a pranzo e in attività, ci sono stati anche momenti in cui si cantava, ballava e giocava. Vedere i volti dei detenuti più rilassati e gioiosi mi hanno fatto percepire quanto è importante far respirare all’interno della struttura momenti di pace in cui il detenuto percepisce di essere amato per quello che è, e non per quello che ha fatto.
LA PERSONA GIUSTA – Al loro posto potevo starci benissimo io se nel lontano 1973 nel momento più drammatico della mia vita non avessi conosciuto la persona giusta. Sentirsi accolti e dato loro la possibilità di sfogarsi senza paura di non essere giudicati, li ha aiutati ad essere più responsabili verso se stessi e le loro famiglie.
LAVORO – Dopo una settimana qualcuno mi ha detto: «suor Viera, per quattro giorni ci siamo sentiti diversi, la semplicità dei frati, il loro starci accanto ad ascoltarci e condividere con noi quelle sette ore, ma soprattutto il sentirci amati in questo ambiente dove si fa fatica ad andare avanti ci hanno fatto sentire diversi: persone consapevoli dei nostri sbagli, tanti di noi siamo anche pentiti di aver commesso furti, di essere caduti nella droga ecc…; sì abbiamo sbagliato ma siamo essere umani. Il direttore e tutto il personale fanno di tutto per venirci incontro, ma quello che serve a noi è un lavoro dentro per non pesare sulle nostre famiglie e quando usciamo fuori, siamo preoccupati per il futuro, siamo convinti che tanti di noi rientreranno dentro proprio perché non sanno come andare avanti. Terminare con la messa e il saluto è stato emozionante».
Tolto due tre detenuti che non sanno ancora il motivo per cui sono dentro, il resto affermano che hanno sbagliato e che è giusto che paghino i loro reati. Altrettanto giustamente rivendicano il diritto di vivere meglio la loro detenzione. E di poter lavorare.
Suor Viera
Francescana dei Poveri
UNA MANO
Quando ero bambino, non facevo altro che pensare a come sarei stato da grande, a cosa sarei riuscito a fare nella vita e a che tipo di persona sarei diventato, e tra mille sogni ad occhi aperti che facevo, alla fine sceglievo sempre lo stesso. Ci sono io che dormo beato nel letto della mia casa, poi in sottofondo la mia canzone preferita, io però resto immobile con gli occhi chiusi e per aprirli aspetto una cosa ancora più bella, il bacio della persona che ha deciso con me di dividere il mio letto, la mia vita. Non è solo il tuo amore che cerco, voglio anche saperti vicina, e che silenziosa, di tanto in tanto, mi tenda una mano.
Alessandro D.M.
Persona detenuta a Solliccianino
IO NON SONO
Io non sono…..o almeno penso di non essere una persona dall’animo cattivo. Non sono una persona che rifiuta il proprio aiuto alle altre persone, anzi a volte per aiutare gli altri mi sono inguaiato io. Non sono mai stato pessimista (anche se ultimamente lo sono un po’ di più). Non sono mai stato infedele, quando sto con una persona alla quale voglio bene, non riesco a tradirla con altre persone. Infine non sono una persona bugiarda, anche perché non sono proprio capace a dirle, le pochissime volte che l’ho fatto sono stato scoperto al massimo dopo dieci secondi.
Alessandro D.M.
Persona detenuta a Solliccianino
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