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Giornalisti: morto Luca Goldoni, cronista di guerra ma anche acuto osservatore del costume nazionale

Luca Goldoni
Luca Goldoni (foto Ansa)

BOLOGNA – È morto Luca Goldoni, giornalista e scrittore, cronista di nera e inviato di guerra, firma di testate come Corriere della Sera, QN, Il Resto del Carlino, il Giorno, la Nazione. Aveva 95 anni. Se n’è andato nel pomeriggio di oggi, 7 ottobre 2023, all’hospice di Casalecchio di Reno, dove era stato ricoverato negli ultimi giorni per un peggioramento delle sue condizioni di salute.

Goldoni passò dal giornalismo alla storia, ma fu anche arguto e ironico osservatore dei costumi italiani. Tra i premi vinti in carriera, il Libro d’oro, per aver superato i tre milioni di copie vendute con i suoi titoli e la Palma d’Oro al salone dell’umorismo per ‘Non ho parole’.

Nato a Parma nel 1928, iniziò per il quotidiano della sua città, la Gazzetta di Parma e in seguito a Bologna per il Resto del Carlino. Tra le tante storie della sua carriera ci fu quella per cui nel 1968 dettò la corrispondenza da Praga, dopo l’invasione dei carri armati sovietici, in dialetto parmigiano. Lo ha raccontato lui stesso a maggio 2021: “La stampa di mezzo mondo affollava gli alberghi da cui telefonare i pezzi. Mi accorsi subito che appena trasmettevo frasi sgradite ai russi, cadeva la linea. Da una rapida indagine risultò che ogni centralino era presidiato da un detective sovietico poliglotta. Capiva perfettamente anche l’italiano e censurava inesorabilmente ogni testo. La reazione me la suggerì il collega più anziano e più illustre, Egisto Corradi: ‘fatti passare un tuo conterraneo della redazione e dettagli in dialetto’. Ricordo nitidamente l’attacco del primo pezzo telefonato a Cesare Turrini: In co’ un blindè ha mazzè un puten (oggi un blindato ha travolto un bambino)”.

Fra i suoi libri ‘Lei m’insegna’, ‘È gradito l’abito scuro’, ‘Italia al guinzaglio’, ‘Il sopravvissuto’ (premio Fenice Europa), ‘Il mare nell’anima’, ‘Cioé’, ‘Tranelli d’Italia’ e ‘Francesco Baracca’, scritto con il figlio Alessandro, anche lui giornalista e dedicato all’aviere di Lugo.

Tra i personaggi di cui si appassionò ci fu la sua concittadina Maria Luigia, duchessa e una delle mogli di Napoleone: “Maria Luigia precorre i tempi (anche nel mal di stomaco): è una finta massaia che, assaggiato il gusto del potere, non vuole più farne a meno. Tutto il resto, sentimenti, amori, tradimenti, sono soltanto tumultuoso contorno”, scrisse Goldoni.

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Conobbi Luca Goldoni quando lasciò il “Resto del Carlino” per passare al “Corriere”. Mi raccontò dei suoi primi “tormenti” a Bologna, quando lo misero nella cronaca di “Carlino Sera”, giornale del pomeriggio che però veniva stampato a Firenze, insieme a “Nazione Sera”. Doveva trasmettere articoli e notizie prima di mezzogiorno: un tormento, per lui, alzarsi alle sei per fare il “giro” di nera. Infatti era un cronista nato, ma per volare molto più in alto: soprattutto per mettere a fuoco vizi e vezzi del costume nazionale.

Uno spasso i suoi primi libri: “E’ gradito l’abito scuro”, “Cioè”, “Lei m’insegna”. Scrittura fluida, apparentemente leggera, ma allo stesso tempo incisiva e pungente: appunto da cronista prestato alla storia. Un paio dei suoi libri, fra gli ultimi scritti, glieli presentai a Firenze. Mi ringraziò tanto. E invece ero io a dover dire grazie a lui per avermi fatto capire il modo più diretto per interessare il lettore. Ciao Luca

Sandro Bennucci

P.s.: non aggiungo frasi del tipo “ti sia lieve la terra”, sennò si metterebbe a ridere…

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