Omicidio Meredith, la Corte in camera di consiglio
FIRENZE – La Corte di Firenze si è ritirata in Camera di Consiglio alle 10.15, ne uscirà dopo le 17 con la sentenza del processo d’appello bis a Raffaele Sollecito e Amanda Knox per l’omicidio di Meredith Kercher. L’accusa ha chiesto 30 anni per Amanda (compresi i 4 per la calunnia a Lumumba) e 26 per Raffaele.
Raffaele Sollecito è giunto in aula accompagnato dal padre e da altri familiari. Cappotto blu, maglioncino viola con appesi sulla scollatura gli occhiali da sole. Amanda Knox, tornata negli Usa dopo l’assoluzione di secondo grado a Perugia, è invece a Seattle dove attenderà la sentenza insieme con la madre.
Attesi il fratello e la sorella di Meredith Kercher, Lyle e Stephanie.
La studentessa inglese venne uccisa a Perugia la notte tra il 1 e il 2 novembre del 2007. Sollecito e Knox vennero condannati in primo grado ed assolti in appello, provvedimento dopo il quale furono scarcerati. Per il delitto sta invece scontando una condanna definitiva a 16 anni l’ivoriano Rudy Guede.
«Qualcuno forse ce l’ha con me, credevano non venissi» ha detto Raffaele Sollecito parlando con i giornalisti prima dell’inizio dell’ultima udienza. Solecito ha spiegato che ha sempre preso in considerazione l’idea della presenza in aula, anche se è rimasto incerto fino all’ultimo, poi è stato suo padre Francesco a convincerlo. «Ora vado via. Ma tornerò dopo» ha spiegato il giovane pugliese lasciando in taxi il Palazzo di Giustizia dopo che la Corte si era ritirata in Camera di Consiglio.
«Siamo qui anche perché siamo fiduciosi che la sentenza sarà di assoluzione -ha detto il padre di Raffaele Sollecito, Francesco– Non potremmo non avere fiducia, è ovvio».
«Amanda è particolarmente agitata in vista della sentenza della Corte d’Assise d’Appello di Firenze» ha riferito l’avvocato Luciano Ghirga.
«La consapevolezza dell’innocenza di Amanda oggi è granitica e ci permette di affrontare con serenità l’accusa -ha detto uno dei difensori di Amanda Knox, l’avvocato Carlo Dalla Vedova, nella sua replica- Quella sera Rudy Guede entrò in casa dalla finestra, per rubare. L’abitazione era vuota e lui andò in bagno. A quel punto entrò Meredith. Rudy era ubriaco. A quel punto si innestò un cocktail di eccitazione e aggressione».
«Raffaele? Mi ha sempre dato l’impressione di un bravo ragazzo». A dirlo è Patrick Lumumba, il musicista congolese costituito parte civile nei confronti di Amanda Knox per la calunnia ai suoi danni. Tra i due c’è stato anche uno scambio di sorrisi e una stretta di mano. Lumumba ha spiegato di aver avuto sempre rapporti cordiali con Sollecito e i suoi familiari. «L’avevo visto l’ultima volta da libero -ha detto- nel mio locale, ora chiuso». Riguardo alla Knox, Lumumba ha ribadito che «Amanda sta scappando. Se non hai fatto niente dovevi essere qua. Mi aspetto che Amanda venga condannata».