Inchiesta sul generale Vannacci: per le spese a Mosca. La Lega: “Accuse a orologeria”
ROMA – Inchiesta della Procura militare sul generale Roberto Vannacci. L’accusa: peculato e truffa sul suo periodo di addetto militare italiano a Mosca. Tutto questo in seguito a un’ispezione dello Stato Maggiore della Difesa.
La tegola arriva sul generale a pochi giorni dall’uscita del suo nuovo libro e – qualcuno ipotizza – dall’annuncio della sua candidatura per le elezioni Europee di giugno. Il commento della Lega: “Inchiesta a orologeria”
“Non sono preoccupato. Sono molto sereno e continuo per la mia strada a testa alta”, fa sapere il generale Vannacci, mentre per il suo legale le attività d’ufficio sono “già accuratamente ricostruibili dall’interessato oltreché del tutto regolari”. E si schiera in sua difesa, come detto, anche la Lega, che parla di “inchiesta ad orologeria. E’ un uomo amato dai cittadini e scomodo al Palazzo. Visto che non riescono a intimidirlo in altro modo ci provano con inchieste e minacce. La nostra stima nei suoi confronti non cambia, anzi aumenta”.
Ma vediamo il castello di accuse nel dettaglio: indennità di servizio per i familiari percepite illecitamente (perché moglie e figlie non erano a Mosca nel periodo considerato), una spesa di 9mila euro legata all’auto di servizio non autorizzata, rimborsi per l’organizzazione di eventi e cene che in realtà non si sarebbero svolti. Queste, riporta il Corriere della sera, le contestazioni degli ispettori al generale per il suo servizio in Russia, tra il febbraio 2021 ed il maggio del 2022, quando venne espulso dal Cremlino insieme ad altri 23 diplomatici ed esperti militari italiani, in risposta all’analoga mossa dal governo Draghi dopo l’invasione dell’Ucraina. La procura militare procede per peculato e truffa.
E la relazione degli ispettori ministeriali sarebbe stata inviata, per quanto di competenza, anche alla procura ordinaria e alla Corte dei Conti. Sul parà-scrittore pendeva già un’inchiesta formale avviata dai suoi superiori per accertare eventuali infrazioni disciplinari in relazione ai contenuti del suo bestseller (oltre 200mila copie vendute) ‘Il mondo al contrario’.
Gli accertamenti, in questo caso, seguono complesse procedure burocratiche e non è detto si concludano in tempi brevi. Rischia sanzioni che vanno dalla sospensione dell’impiego da un mese ad un anno alla “cessazione della ferma”, che equivale all’espulsione dal servizio; possibile anche la perdita del grado per rimozione.
Il nuovo inciampo coglie Vannacci sempre alle prese con la sua doppia vita. In servizio a Palazzo Esercito, da capo di Stato Maggiore del Comando delle forze operative terrestri. Nel tempo libero in tour promozionale per le sue fatiche letterarie.
Venerdì prossimo farà tappa a Milano. C’è da presentare la sua opera seconda, in uscita il 12 marzo (Piemme editore): 272 pagine (su Amazon in vendita a 18,90 euro) per raccontare “Vita e valori di un generale incursore”. Quali siano i suoi valori, oltre ai libri, lo dice il “Comitato promotore dei pensieri espressi nel libro ‘Il mondo al contrario’ del generale Roberto Vannacci’, che può sembrare un vero e proprio comitato elettorale, con tanto di tesseramento (30 euro la quota annuale per diventare socio) e coordinatori territoriali.
Chi non diventerà socio è sicuramente il ministro della Difesa, Guido Crosetto, che nell’agosto scorso definì “farneticazioni” i concetti espressi dal generale, stigmatizzando il “polverone che ogni singola notizia sul tema che riguarda la sua posizione solleva”. Il vicepremier Matteo Salvini ha invece più volte espresso il proprio apprezzamento per l’ufficiale, lasciando aperta la porta per una candidatura nelle liste del Carroccio per le Europee. Ed ecco la Lega che urla all'”inchiesta ad orologeria”.
Un’uscita che si può inquadrare nelle vivaci schermaglie con FdI in vista proprio dell’appuntamento con le urne di questa primavera. Un nome come Vannacci pescherebbe infatti nell’elettorato di centrodestra. Il generale, comunque, non ha ancora sciolto le riserve. Domenico Leggiero, presidente dell’Osservatorio Militare, ha parlato molto con lui in queste ore.
“E’ abbattuto – spiega – ma determinato a salvaguardare la sua immagine, il suo operato e la sua onestà. Sono accuse senza fondamento fatte uscire dal ministero per bruciare politicamente il generale. Ma lui andrà avanti”.
Si vedrà presto se lascerà la divisa per la prospettiva di un seggio in Europa, con la Lega o con altri. Da buon incursore, il generale non si lancia all’assalto senza aver prima studiato attentamente l’obiettivo, le difficoltà sul terreno e le possibili vie di fuga.