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Sanità: 4 vecchi su 10 esclusi dalle cure migliori. Nasce la “Carta di Firenze”, manifesto mondiale contro l’ageismo

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“Sei troppo vecchio, che cosa ti curiamo a fare?”. Nessuno pronuncia questa frase, ovviamente. Ma la sintesi è nei fatti. I pazienti troppo anziani sono giudicati troppo costosi: 4 su 10 vengono esclusi per questo, a causa della loro età, dalle cure migliori. La conseguenza è un rischio di mortalità fino a 4 volte più alto.

Per combattere questa situazione nasce la Carta di Firenze, il primo manifesto mondiale contro l’ageismo sanitario con dodici azioni per combattere pregiudizi e stereotipi legati all’età nell’assistenza sanitaria e migliorare qualità e durata di vita degli anziani.

Fra le misure compaiono l’inserimento degli anziani nei trial clinici per i farmaci di cui proprio loro fanno uso e nuovi percorsi per la loro assistenza in emergenza. Dopo l’appello degli scienziati italiani per la crisi del servizio sanitario pubblico sottofinanziato, i geriatri italiani lanciano l’allarme sui bisogni di salute, soprattutto dei grandi anziani, su cui il Ssn non investe abbastanza risorse. In Italia i dati dei registri nazionali documentano che fino al 40% degli over 85 con problemi di cuore, è sotto-trattato.

Gli effetti sono lampanti nel caso delle malattie cardio-cerebrovascolari che riguardano oltre il 60% degli over-65 e raggiungono il picco dell’80% negli ultra 85enni che in Italia superano i 2.2 milioni. Con l’aumentare dell’età le prescrizioni farmacologiche e i regolari controlli raccomandati dalle linee guida si riducono progressivamente fino a dimezzarsi negli over-85, in cui si registra un sostanziale sotto-trattamento fino al 40% dei casi.

Il problema dell’ageismo si riflette negativamente anche sulla percezione dell’invecchiamento da parte della stessa persona anziana. “Additare qualcuno come fragile può provocare quella stessa vulnerabilità e condurre l’anziano a sviluppare un atteggiamento di rassegnazione per la vita, rinunciando all’aderenza terapeutica, a screening e a comportamenti preventivi – mette in guardia Niccolò Marchionni, professore Emerito di Geriatria all’Università di Firenze -. Uno studio condotto dalla Yale School of Public Health e pubblicato su The Gerontologist, su persone di età superiore a 60 anni, ha stimato che l’ageismo percepito in un anno è stato la concausa di 17 milioni di nuovi casi di malattie, tra cui patologie cardiovascolari, respiratorie e un aumento della mortalità, con una spesa annuale di 63 miliardi di dollari. È dunque fondamentale, tra le azioni proposte nel manifesto, promuovere l’educazione e la sensibilizzazione della popolazione, ma soprattutto degli anziani, per sconfiggere gli stereotipi e le false convinzioni che li spingono a pensare che la loro età sia un periodo di inevitabile declino”.

Sono sempre più numerose le ricerche che evidenziano come l’ageismo influisca negativamente sulle condizioni psico-fisiche degli anziani e sulla durata della vita. Uno studio condotto su 10 mila over-50 dalla Florida State University, pubblicato su The Journals of Gerontology, dimostra che il 41% di coloro che hanno riferito di aver subito discriminazioni basate sull’età ha ricevuto “servizi o cure peggiori rispetto ad altre persone”. Ad esempio, i pazienti anziani affetti da cancro hanno meno probabilità di ricevere trattamenti mirati e gli anziani sono raramente inclusi negli studi clinici sui farmaci per il trattamento delle malattie cardiache. Dati allarmanti derivano anche dalla più ampia ricerca sul tema condotta su input dell’OMS dagli esperti della Yale School of Public Health, che hanno passato in rassegna ben 422 studi condotti su un totale di 7 milioni di persone in 45 Paesi dei 5 continenti, tra cui l’Italia. I risultati, pubblicati su Plos One, dimostrano che nel 92% degli studi internazionali condotti su studenti e professionisti del settore sanitario, sono emerse indicazioni di ageismo nelle decisioni mediche e questa tendenza è andata aumentando nel tempo. Inoltre, i ricercatori hanno riscontrato che pregiudizi e discriminazioni portano a esiti peggiori in una serie di problemi di salute mentale (inclusa la depressione) e gli anziani che assimilano questi stereotipi negativi sull’età hanno un’aspettativa di vita più breve.

In questo contesto nasce la Carta di Firenze, il primo manifesto mondiale contro l’ageismo sanitario presentato oggi, 5 aprile 2024, in occasione del congresso ‘Anti-ageism Alliance. A Global Geriatric Task Force for older adults’ care’, organizzato dalla Fondazione Menarini con il patrocinio della Società Italiana di Gerontologia e Geriatria (Sigg), che vede riuniti a Firenze, fino a domani, i presidenti delle maggiori società geriatriche del mondo, insieme a esponenti dell’Oms e delle Nazioni Unite, esperti di etica e associazioni di pazienti. Sarà difficile ottenere, per tutti, le attenzioni e le cure che hanno permesso a Elisabetta II d’Inghilterra di vivere e regnare fino a 96 anni. Ma intanto proviamoci.


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Sandro Bennucci

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